MATTEO SALVINI

Russiagate, tutti contro Salvini. Zingaretti: “Chi deve indagare indaghi”

Report ha mandato in onda un servizio di Giorgi Mottola su Matteo Salvini che scuote e non poco la scena politica affrontando il tema delicato dei fondi russi alla Lega. Una lunga indagine che arriva anche a dare una spiegazione all’ostentazione del rosario da parte del leader del Carroccio.

Il servizio di Report inizia proprio con l’analisi dell’incontro al Metropol di Mosca del 18 ottobre 2018. Sul caso indagano anche le autorità italiane. Savoini, uomo vicino a Salvini, avrebbe preso parte a una trattativa per la compravendita di una partita di gasolio che sarebbe servita, secondo le ipotesi accusatorie, a coprire un finanziamento alla Lega. Il Carroccio avrebbe dovuto incassare sessantacinque milioni di euro da investire nella campagna elettorale per le elezioni europee. In un primo momento Matteo Salvini aveva negato di conoscere o aver avuto rapporti con Savoini, una versione dei fatti poi ritrattata dal leader della Lega. In effetti i due, oltre che in occasione dei giorni caldi del Metropol, avevano collaborato a La Padania. Proprio qui Savoini era finito al centro di una polemica per la presenza di simboli fascisti e nazisti negli uffici nei quali lavorava.

 Savoini era figlio di Maurizio Murelli, figura di spicco del neofascismo attivo a Milano. Dopo aver scontato 11 anni di carcere per concorso in omicidio, fonda la rivista Orion, che riunisce i pensatori,  e non solo,  dell’estrema destra. Tra questi c’era anche Gianluca Savoini. Da Orion, negli anni Ottanta, attinge anche la Lega, che cerca uno zoccolo duro sul quale fondare il suo consenso e il suo elettorato.

 I rapporti con la Russa ruotano intorno a due figure chiave. La prima è quella di Aleksandr Dugin, il quale ha intervistato Salvini per Tsatgarad.tv. Dugin è un filosofo oltre che fondatore del partito nazional-bolscevico. È grande sostenitore di Vladimir Putin. Il pensatore russo ha un piano politico che si fonda sul cristianesimo, la lotta ai diritti degli omosessuali e la difesa dalla minaccia esterna che accompagna in realtà la storia della Russia. Di fatto si avvicina molto alla proposta politica di Matteo Salvini. Lo stesso Dugin avrebbe incontrato Savoini il 17 ottobre 2018 al Metropol.

La seconda figura chiave tirata in ballo da report è l’ex oligarca Konstantin Malofeev, il quale avrebbe confidato di conoscere Savoini il quale gli avrebbe detto di aver preso parte a una trattativa per una compravendita di petrolio. Malofeev è una figura poco gradita all’Unione europea in quanto, secondo le accuse, avrebbe finanziato la guerra in Crimea. Malofeev e Salvini hanno un punto di contatto: Alexey Komov. Fa il suo esordio sulla scena politica italiana nel 2013 quando partecipa al congresso della Lega su invito di Matteo Salvini, futuro segretario del Partito. Komov dovette mandare un suo uomo in quanto non avrebbe potuto prendere personalmente parte al congresso che dal quale sarebbe nata la versione moderna del Carroccio. Il nome di Komov torna alla ribalta in quanto riveste l’incarico di presidente onorario di Lombardia-Russia, l’associazione di Savoini.

Insomma, finanziamento o no, sembra difficile sostenere l’ipotesi che tra la Lega e la Russia non ci siano contatti.

 L’inchiesta di Report sul Russiagate ha scatenato un terremoto politico spingendo i massimi esponenti del Pd a prendere posizione contro Matteo Salvini chiedendo alle autorità di indagare per fare luce su una vicenda definita inquietante.

 Il caso Russiagate è così tornato alla ribalta con un polverone mediatico che ha investito il leader della Lega.

Uno dei primi a commentare il servizio è stato Nicola Zingaretti, che ha chiesto alle autorità di indagare per fare luce su una vicenda allarmante per la democrazia italiana. “Dall’inchiesta di Report, su Rai 3, una ricostruzione accurata e ben fatta da cui scaturiscono molti interrogativi sulla Lega. Notizie inquietanti per la tenuta della democrazia italiana. Chi deve indagare indaghi per fare piena luce su tutta la vicenda”.

Anche Enrico Letta ha commentato il reportage su Salvini facendo sapere di sperare in un cambiamento drastico alla luce degli aspetti portati alla luce da Report. “Dopo la puntata  di Report di Ranucci su Salvini e la pista russa non può non succedere nulla. Non può tutto continuare come prima. Non può. No, non può”.

 Sempre dall’area Pd arriva il terzo affondo contro Matteo Salvini. A puntare il dito contro il leader della Lega è Anna Ascani, viceministro dell’istruzione. “Report getta ulteriormente un’ombra inquietante sul Russiagate. Penso sia giunto il momento di far luce su tutto questo. Per non parlare poi delle “simpatie neonaziste” di Savoini e delle dichiarazioni omofobe e misogine dell’oligarca russo. Cos’altro dobbiamo vedere?”.

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