Ritornare alle origini per “arrivare al governo del Paese con una maggioranza autonoma”. L’esperimento con il Pd alle regionali non ha funzionato e, almeno per ora, una “strada non percorribile”. Il modello Umbria, che lui stesso aveva sostanzialmente evocato, va messo in soffitta. Subito e presto. Bisogna ridare l’idea agli elettori che il M5S è qualcosa di diverso e distante dai partiti. Altrimenti a livello locale si perde quasi ovunque. Il tutto condito dall’umiltà. Per Luigi Di Maio, nonostante le sue perplessità nell’alleanza di governo con il Pd, l’esecutivo Conte va avanti. Per ora la maggioranza giallorossa non si tocca perché alcuni risultati sono stati raggiunti: il taglio dei parlamentari o il dl clima lo convincono che se si fanno le cose è giusto andare avanti. In una intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri ammette. “Non è un mistero che durante la formazione del governo io fossi abbastanza perplesso. Sono del parere che si vince e si perde sempre insieme e mai come in questo momento il Movimento nelle sue varie parti è concorde sul restare al governo”. A livello centrale non si cambia nulla, dunque, ma serve un cambio di marcia, di identità. Le incognite restano sul futuro. “Andare da soli alle elezioni amministrative è sempre stata la posizione del M5s. Siamo alternativi ai partiti, non complementari. Quello in Umbria è stato un esperimento, non ha funzionato e punto. Si guarda avanti”. Nonostante con Franceschini e Zingaretti si lavori “meglio di quanto si lavorasse con la Lega”, mentre con Conte c’è la consapevolezza “che serve una spinta maggiore nelle risposte da dare al Paese”. Di Maio vuole un ritorno al passato per guardare al futuro per evitare una nuova emorragia di voti per il Movimento che esce con le ossa rotte dal voto umbro.
Il leader M5s ha poi parlato anche di migranti, affermando che “non se ne può fare un tema elettorale. Se esiste un problema non dobbiamo aver paura a dirlo, non si può arrivare al paradosso e dire che l’Italia non può farsi carico di tutti i migranti che partono dalle coste del Nord Africa diventi motivo di vergogna. Bisogna fare la cosa giusta, non quella che spaventa di meno. Non è possibile che la Viking per l’ennesima volta sbarchi sempre e solo in Italia”.