Idomeneo, re di Creta. Mozart conclude la stagione 2018/19 all’Opera di Roma

Presentata in conferenza stampa l’ultima opera in programma al Costanzi per la stagione 2018/19 Idomeneo, re di Creta la grande opera mozartiana in scena da venerdì 8 a sabato 16 novembre (anteprima giovani mercoledì 6)Il Sovrintendente Carlo Fuortes introduce così questa produzione: “Il regista Robert Carsen torna al Costanzi dopo il grande successo di Orfeo e Euridice del marzo scorso. Quando ci raccontò della sua idea di regia, una produzione che prevedeva una scena composta sostanzialmente da uomini, da popoli, da persone, che aveva bisogno di grandi masse di persone in scena, più di 150 persone tra coro, mimi e figuranti, pensammo subito che potesse essere un terreno di lavoro comune con una delle realtà che lavorano qui in città con immigrati e rifugiati come la Comunità di Sant’Egidio.
L’ambientazione è post guerra e fondamentale risulta l’elemento del mare, il mare nostrum , il mar Mediterraneo che è presentissimo nella scena e che allora come oggi divide, unisce e separa, è luogo di guerre e di incontri e alla fine in questo caso è anche luogo di pace e di amore. È un messaggio attualissimo.”
Fuortes racconta dell’accordo di collaborazione fatto con la Comunità di Sant’Egidio per avere in scena come figuranti e mimi dei rifugiati, degli immigrati, delle persone che seguono i loro progetti di inserimento sociale. Precisa inoltre che il teatro non fa progetti sociali, però il teatro è un luogo sociale, è un soggetto sociale che può collaborare con altri grandi soggetti della città. Il Teatro dell’Opera di Roma lo fa regolarmente con il mondo dell’istruzione, dell’università, con le imprese, ma finora non era mai stato fatto con il mondo dell’aiuto alle varie collettività. Questo è un altro tassello del grande lavoro che il Costanzi conduce da tempo per far comunicare ed entrare in dialogo il Teatro con la città di Roma.
Fu rappresentata a Roma solo nel 1983 quindi torna dopo 36 anni. Il Direttore Michele Mariotti è al suo debutto al Costanzi: “Ho fatto Idomeneo a Bologna nel 2010, ma per questa occasione l’ho ristudiato, addirittura prendendo nuove partiture perché non volevo essere condizionato da quelli che erano i miei segni o le mie idee. Non esiste un progetto a priori, dobbiamo sempre confrontarci con noi stessi, cambiamo, cambia il mondo, cambiano i gusti e soprattutto cambiano gli interpreti, le persone con cui si lavora, il regista, i cantanti, l’orchestra, cambiamo tutti. Si tratta di un’opera che mi dà la possibilità di conoscere l’orchestra per un lavoro di grande sforzo che stiamo facendo, perché è faticoso lavorare sui dettagli, sulla costruzione del suono. Mi dà inoltre la possibilità di conoscere il coro del Maestro Gabbiani, che come non mai per quanto riguarda le opere di Mozart ha una presenza gravitazionale, potente, è trattato quasi in maniera
beethoveniana . È uno dei tanti aspetti che rende quest’opera un capolavoro di attualità e modernità per il semplice fatto che è un’opera che non è mai vincolata alla cultura che l’ha generata e mai vi resterà perchè è sempre codificabile.
Il Maestro Mariotti parla di un messaggio di pace perché è presente la guerra, di un messaggio di amore perché è presente il sangue, il sacrificio, l’omicidio. La presenza del mare è totalizzante, unisce, divide, accoglie, allontana. “Guardando il mare i nostri occhi non si posano mai solo su un punto, il mare è sempre in movimento e in quest’opera io ho cercato in tutti gli accompagnamenti, dall’ouverture in primis di rendere la presenza del mare, di farla sentire negli accompagnamenti, sincopati, colori, accenti. Non è una lettura piangente, romantica da questo punto di vista. A me piace sempre trovare un parallelismo con quello che si vede, quindi è una lettura inquieta, in bianco e nero, tagliente, ci sono ovviamente momenti di dolcezza, ma anche di grande violenza. Il mare è presente anche nella struttura dell’opera, è un’opera di flusso continuo quasi wagneriana , anticipa, è un’opera dove non ci si ferma. Un’opera da vivere in apnea.”
Robert Carsen parla di Idomeneo come di una delle sue opere preferite, che conosce molto bene e su cui ha lavorato molte volte. Si tratta di un’opera rivoluzionaria che ha cambiato la storia della musica per teatro, in cui si avverte la modernità della scrittura. “Noi siamo responsabili di trovarne il senso, senza deformare l’opera. In questa scrittura c’è l’urgenza, il bisogno di capire ciò che non si può capire: la guerra. Presente la divergenza tra le generazioni, ognuno ha il suo modo di pensare, di interpretare il senso della guerra ed ognuno ha ragione, la sua ragione. Idomeneo pensa di fare la cosa giusta, Idamante però la pensa in modo differente, crede che tutto questo debba fermarsi, il suo punto di vista è incomprensibile per gli altri. Idamante e Ilia sono la generazione futura quella in cui tutti riponiamo la nostra fiducia. Speriamo che un giorno possa arrivare la pace e nel frattempo l’arte c’è per aiutarci e guidarci.”
Il Direttore Artistico del Teatro dell’Opera di Roma Alessio Vlad: “Noi proponiamo l’edizione di Vienna con la parte di Idamante affidata al tenore e non ad una voce femminile, questo significa che è necessario che alcuni rapporti risultino visibili non solo scenicamente ma anche musicalmente.
Soprattutto il rapporto tra padre e figlio, tra Idomeneo e Idamante. Idem dicasi tra Elettra e Ilia, che è sempre in scena, canta moltissimo e forse ha le arie più belle. Le arie di Idomeneo e Elettra risentono ancora dell’esperienza barocca essendo ancora molto ricche di colorature.”
Il cast è interamente composto da cantanti che sono al loro debutti nei rispettivi ruoli, ad esclusione di Charles Workman nel ruolo del titolo. Elettra sarà interpretata dalla svedese Miah Persson, grandissima cantante mozartiana che proprio in questo teatro vinse nel 2016 il premio Abbiati della critica per aver interpretato Blank Out, opera di Michel Van der Aa.
Cantanti consapevoli e perfettamente in grado di restituire esattamente i recitativi alla base dell’opera. Rosa Feola, soprano nato nel Costanzi con il debutto in Elisir d’amore, cantante mozartiana che sta facendo una
grandissima carriera.
Presenti inoltre Mario Marazziti e Rinaldo Piazzoni, due storici fondatori della Comunità di Sant’Egidio. Così
Marazziti: “Sono molto contento di essere qui perché è una grande idea, un grande sogno che si realizza. Il TOR entra come un pezzo dell’integrazione vera, possibile, di quelli che vengono descritti come un mondo indistinto che sta dall’altra parte del Mediterraneo che potrebbe minacciare e che sono i profughi e i migranti.” Coincide con l’uscita di Porte aperte,
viaggio nell’Italia che non ha paura , edito da Piemme, in cui Marazziti prova a raccontare la parte nascosta, dei corridoi umanitari e cioè l’integrazione che avviene in tanti punti d’Italia con persone comuni, con la società civile che si organizza con la cultura e che rende nuova la vita di persone che sembravano da buttare. “A mio parere dentro quest’opera accade questo, poiché si parla anche di grandi solitudini, amore, guerra, pace. Tanti personaggi, tante persone sole, anche in questo un’opera attualissima perché proprio la solitudine è una delle grandi malattie contemporanee. La solitudine dei profughi è una solitudine senza voce, notte, buio, Mediterraneo, viaggi, schiavitù, trafficanti umani. Oggi qui avviene un piccolo miracolo, ognuno ha un nome, una storia, hanno lavorato italiani e stranieri insieme, in maniera professionale, creando la dignità del lavoro. Tutto questo è la Roma che possiamo costruire, l’Italia che possiamo costruire e quindi sono molto grato a tutti voi per questa idea e di come la stiate portando avanti. Credo che possa essere un esempio di
come attraverso il lavoro e attraverso la vita insieme di italiani e non italiani tutti possano vedere come ognuno abbia un nome, una dignità e come non si tratti di un popolo indistinto, ma composto di persone diverse che vivono e lavorano insieme. Spero che sia la prima e non l’ultima volta in cui la Comunità di Sant’Egidio collabora in questo modo con il TOR, perchè qui si è sperimentato un modello nuovo.”
IDOMENEO, RE DI CRETA
da venerdì 8 a sabato 16 novembre (anteprima giovani mercoledì 6 novembre)
Musica Wolfgang Amadeus Mozart
Dramma per musica in tre atti
Libretto dell’abate Giambattista Varesco
Prima rappresentazione assoluta: Monaco di Baviera, Teatro Cuvilliés, 29 gennaio 1781
Durata: 3h 15′ circa, con 1 intervallo
DIRETTORE Michele Mariotti
REGIA Robert Carsen
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Robert Carsen e Luis Carvalho
COSTUMI Luis Carvalho
LUCI Robert Carsen e Peter Van Praet
MOVIMENTI COREOGRAFICI Marco Berriel
VIDEO Will Duke
PRINCIPALI INTERPRETI
IDOMENEO Charles Workman
IDAMANTE Joel Prieto
ILIA Rosa Feola / Adriana Ferfecka 14 novembre
ELETTRA Miah Persson
ARBACE Alessandro Luciano
GRAN SACERDOTE Oliver Johnston
UNA VOCE Andrii Ganchuck *
*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
in coproduzione con Teatro Real di Madrid,
Den Kongelige Opera di Copenhagen e Canadian Opera Company di Toronto
con sovratitoli in italiano e inglese
Con la preziosa collaborazione della Comunità di Sant’Egidio
Loredana Margheriti

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