Luiz Inacio Lula da Silva è libero. L’ex presidente del Brasile dopo 19 mesi di reclusione per una condanna per corruzione è uscito dal carcere. “Non vi ho mai dimenticati. Siete la democrazia”, ha detto Lula alla folla che lo ha accolto tra scoppi di petardi e applausi, appena uscito dal penitenziario di Curitiba, nel sud del Brasile. I legali di Lula ne avevano chiesto la scarcerazione immediata dopo la decisione con cui i giudici della Corte Suprema hanno stabilito che la pena può essere scontata dal condannato solo una volta che siano state esaurite tutte le possibilità di ricorso in appello.
La decisione della Corte Suprema, tanto attesa, è arrivata con il voto favorevole di sei giudici su 11 e potrebbe portare alla scarcerazione di più di 4.800 detenuti, anche se non in modo automatico.
Lula è stato condannato a 8 anni e dieci mesi di carcere. La decisione della Corte Suprema potrebbe avere conseguenze anche per le persone condannate nel quadro dell’inchiesta ‘Lava Jato’, la ‘mani pulite brasiliana’. Commentando la decisione arrivata dal Brasile, il presidente eletto dell’Argentina, il peronista Alberto Fernández – per il quale Lula è “ingiustamente detenuto” – ha twittato: “E’ lo stesso che rivendichiamo in Argentina da anni”.
E naturalmente ora la battaglia diventa anche e soprattutto politica. Lula, infatti, ha definito il presidente Jair Bolsonaro un “elitario” e ha accusato le autorità di “criminalizzare la sinistra”.
Commenti alla scarcerazione dell’ex presidente del Brasile arrivano anche dall’Italia. “Lula torna in libertà. Un grande presidente che ha combattuto contro la povertà e per il riscatto del popolo brasiliano”, ha scritto su twitter Paolo Gentiloni.