La Commissione Ue ha approvato la manovra dell’Italia per il 2020 nonostante i rischi di violazione del Patto di stabilità. Nel mirino di Bruxelles ci sono, oltre al nostro Paese, la Francia, il Belgio e la Spagna, i paese caratterizzati da un debito alto.
La manovra dell’Italia per il 2020 è stata approvata con riserva. La Commissione Ue ha dato il via libera al testo ma ha evidenziato alcune possibili criticità che potrebbero portare il paese a una significativa deviazione. per questo motivo nel corso della prossima primavera i conti degli Stati su cui vertono i dubbi saranno nuovamente controllati dall’Europa. Bruxelles ha sottolineato come la manovra italiana “pone rischi di non rispetto del Patto di stabilità e potrebbe portare ad una deviazione significativa dal cammino verso il rispetto dell’obiettivo di medio termine“.
Resta vivo, inoltre, il rischio di “non rispetto del benchmark di riduzione del debito“. La buona notizia è che il monito non interessa solo l’Italia ma anche il Belgio, la Spagna e la Francia. Si tratta dei paesi con un debito alto che non sono stati in grado di abbassare in tempi brevi. “Invitiamo tutti gli Stati a rischio di non rispetto del Patto a prendere le misure necessarie all’interno del processo nazionale di bilancio per assicurare che il bilancio 2020 rispetti le regole“, ha chiosato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea.
Il faro della Ue resterà comunque acceso, perché il debito italiano continua a crescere. E qualora il Parlamento dovesse stravolgere le misure inviate a Bruxelles, la Ue avrà modo di valutare e poi trarre le sue conclusioni la prossima primavera. Quando al timone ci sarà Paolo Gentiloni.
Con la pubblicazione delle opinioni sulle leggi di stabilità la Commissione Ue conclude per il 2019 il ciclo del Semestre europeo, cioè il periodo di valutazione dei conti pubblici. L’anno scorso, per l’Italia, il ciclo si protrasse ben oltre novembre perché la manovra fu rigettata, avendo sforando tutti i target concordati. Si aprì quindi un intenso negoziato al quale prese parte non solo il ministro dell’Economia Giovanni Tria ma lo stesso premier Giuseppe Conte, e che si concluse poco prima di Natale. A dicembre il Governo riuscì ad evitare l’apertura di una procedura per debito eccessivo, non senza le polemiche sollevate dai Paesi del Nord come l’Olanda, che chiese spiegazioni alla Commissione, non convinta dalla sua decisione di graziare Roma. Il problema della procedura si ripresentò in primavera. In extremis, con una correzione dei conti in corso d’anno, l’Italia disinnescò la procedura a luglio. Ma da settembre, con il nuovo Governo che ha avviato una diversa dialettica con la Ue, il clima è cambiato.
Più volte Moscovici ha ricordato il buon rapporto che lo lega al ministro Gualtieri, con il quale in questi mesi ha discusso costantemente della manovra 2020. Dialogo che ha consentito anche di dare il via libera alla sua richiesta di flessibilità per circostanze eccezionali pari a 0,2 punti di Pil. Del resto, i numeri del deficit 2020 quest’anno non preoccupavano: il Governo lo vede al 2,2%, la Commissione al 2,3%, una discrepanza facilmente colmabile grazie proprio ai margini di spesa accordati. Margini sui quali la Commissione dovrà comunque fare una valutazione ex post, cioè una volta che i fondi saranno effettivamente stanziati e spesi.