Bolle di sapone: l’amore tra panchine e medicine.  Fino al 1 Dicembre in scena al Teatro Brancaccino di Roma

Bolle di Sapone, spettacolo scritto e diretto da Lorenzo Collalti ed interpretato da Grazia Capraro e Daniele Paoloni. Il regista, giovane e romano, formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, porta nella sua città questa pièce di 50 intensi e divertenti minuti, che nel 2018 ha debuttato al Festival In Equilibrio di Armunia. La grafica e costumi sono stati curati da Silvia Romualdi avvalendosi della produzione di KhoraTeatro in collaborazione con l’Uomo di Fumo. Il pubblico ride di gusto, anche io.

Bolle di Sapone è un “doppio monologo” dal ritmo serrato e dalla forma divertente in cui i due protagonisti parlano, senza mai parlarsi fra loro. In realtà la levità è solo apparente, un nocciolo di profonda tristezza urbana e psicopatia metropolitana è il cuore concettuale del lavoro. Lui e Lei non si conoscono, ecco perché non ne sappiamo i nomi. Vediamo solo le loro ossessioni, i loro pensieri bloccati e paranoidi, come le loro vite intruppate. Hanno vestiti che ricordano gli anni ‘60, ma siamo ai giorni nostri, al tempo dei social. Sembrano fuori tempo, come tutte le persone che il crontab interno rotto. Un po’ catechisti. Ma non sono nemmeno dei catechisti, non hanno parrocchie, solo ossessioni, ipocondrie ed allergie. Panchine e medicine, piccioni e tozzi di pane. Sono i cambiamenti dell’arredo dei giardini comunali ad essere galeotti. In primis la ritrosia, la paura, la curiosità, il sospetto.

Fino al primo sguardo con cui si chiude lo spettacolo e dal quale possiamo immaginare nuovi e migliori scenari per queste monadi che ci piace immaginare diventar coppia. Grazia Capraro e Daniele Paoloni portano tutta la loro tecnica teatrale in scena dando vita a dei personaggi, sì surreali ma al contempo reali che ci ricordano amici, parenti e conoscenti a cui tanto auguriamo di incontrare il loro alter ego.

Barbara Lalle

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