Mes: Di Maio, Italia non può firmare al buio

“L’Italia non può pensare di firmare al buio. E’ bene che ci sia una riflessione”. Così il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul Mes al Villaggio contadino di Natale allestito a Matera dalla Coldiretti

Il Mes “come tanti altri trattati, ha bisogno di tanti miglioramenti.  Il Mes – ha aggiunto – è solo una parte: c’è l’Unione bancaria, c’è l’assicurazione sui depositi. Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all’Italia oppure no. Secondo me, è sano per l’Italia non accelerare in maniera incauta ma difendere i propri interessi, aspettando la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti di questo pacchetto”.

“Così com’è scritta, l’Unione bancaria mi preoccupa ancor più del Mes”, afferma   il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. L’assicurazione sui depositi va messa a posto: quindi – ha aggiunto il capo politico M5S – ci sono dei negoziati in corso ed è bene che questi negoziati proseguano con il protagonismo dell’Italia che sicuramente negli ultimi mesi ha avuto difficoltà perché c’è stato un cambio di Governo. Visto e considerato che – ha aggiunto Di Maio – c’è stato un cambio di maggioranza in Parlamento, che il Parlamento non si è ancora espresso e che la nuova maggioranza non si è ancora espressa sul Mes, sull’Unione bancaria e sul deposito sulle assicurazioni, è bene che ci sia una riflessione. Di Maio ha aggiunto che “anche il Ministro Gualtieri lo ha detto: in questo momento il negoziato ha tutte le possibilità di poter migliorare questo trattato”.

“O si rinvia o cade il governo”, è questa l’idea di Luigi Di Maio secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Secondo quanto riportato dal quotidiano il leader M5S avrebbe detto chiaramente ai suoi che l’obiettivo è far rinviare l’approvazione del Mes alla prossima primavera. Una mossa che però in Europa potrebbe non essere accolta bene.

In attesa dell’incontro in aula previsto per lunedì, dove il premier Conte  interverrà per riferire sul fondo salva-Stati, i pentastellati hanno manifestato chiaramente il loro malcontento. I ministri finanziari dell’Eurozona si riuniranno mercoledì per decidere come procedere. L’approvazione del trattato è prevista al Consiglio europeo di mercoledì 13 dicembre e poi dovrà essere sottoposta alla ratifica dei Parlamenti.

Lo staff del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, attraverso una nota riportata da Ansa, ha smentito le voci di una possibile minaccia di crisi di governo: “Anche oggi sui giornali leggiamo alcuni retroscena caratterizzati da ricostruzioni false, in quanto Luigi Di Maio non ha mai detto di voler far cadere il governo e non è un pensiero riconducibile al capo politico M5S che, al contrario, come già ribadito in più occasioni pubblicamente, crede in questo esecutivo e nei progetti comuni al centro del dibattito politico”.

Si legge poi: “In merito al Mes il capo politico M5S sta lavorando insieme al gruppo parlamentare con l’intento di apportare delle modifiche sostanziali. Il tutto con uno spirito costruttivo e di leale collaborazione con le altre forze di maggioranza”.

Secondo quanto riportato dal Corriere, Di Maio e i suoi avevano espresso il loro dissenso sul Mes in un documento condiviso. Il Movimento avrebbe proposto diverse modifiche al Mes, tra le quali la più importante riguarderebbe l’articolo contenente l’obbligo di inserire le Cacs single limb (Clausole di azione collettiva) nei titoli di Stato di nuova emissione. In sostanza si tratterebbe di clausole che rendono più rapida una possibile eventuale ristrutturazione del debiti di un Paese.

Rassicurato dal rappresentate all’Ue Maurizio Massari sulla possibilità di rinvio alla prossima primavera, Di Maio ha fissato una riunione con i parlamentari per domenica. Infatti solo un rinvio, spiegherà Di Maio al ministro Gualtieri, salverà il governo, “visto che il gruppo è contrario”.

“Se passasse questa tesi rischieremmo di far fallire il nostro sistema bancario e di vedere attivato il Mes per salvarci da una riforma che avremmo firmato noi stessi. Sarebbe paradossale. Un meccanismo folle e un rischio che non vogliamo correre” avrebbe detto Di Maio ai suoi, secondo quanto evidenziato dal quotidian

Sul Mes in queste ore – ribatte il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini – ci giochiamo la credibilità del Paese, l’andamento dello spread e dei mercati. Non si può giocare con il fuoco. Prendo per buone le parole di Di Maio di questa mattina e da qui a lunedì vedremo se alle intenzioni seguiranno i fatti e i comportamenti, perché ci sono anche i comportamenti in politica.

Mentre cresce il malumore sul Mes, il premier Giuseppe Conte sta raccogliendo documenti per smentire le accuse di Salvini e della destra piovute negli scorsi giorni.

Lunedì, anticipando l’intervento previsto per la prossima settimana, Conte riferirà in Parlamento sul meccanismo europeo di stabilità portando i verbali dei Consigli dei ministri e delle commissioni in cui si è discusso di Mes “in totale trasparenza e in presenza degli esponenti della Lega”.

La discussione tra i ministri delle Finanze nell’Eurogruppo, che si riuniscono il 4 dicembre, sarebbe ancora aperta, anche se in questi giorni, durante la limatura dei testi, l’Italia non avrebbe sollevato alcun tipo di obiezione.

“Prima di sottoscrivere qualunque accordo bisogna tornare in Parlamento perché il Parlamento disse che non si firma nulla, noi non abbiamo cambiato idea e se anche il Cinque Stelle non lo ha fatto Conte non è autorizzato a firmare nulla”. Ad affermarlo è stato Matteo Salvini.

Conversando ieri con i cronisti fuori la Camera, il leader della Lega ha definito come “doverosa” una nuova risoluzione sul Mes. “La Lega manterrà la sua posizione, se i Cinque Stelle si allineeranno al Pd a favore di un fondo ammazza Stati quantomeno lo votino in Parlamento”.

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