Di Battista sperona il governo: il M5S alzi il tiro sulle fondazioni

Alessandro Di Battista torna a farsi vivo. E lo fa in un momento di crisi profonda del M5S. Di Battista rilancia la sua linea barricadera in un’intervista a Il Fatto. “Io penso che il Movimento debba alzare il tiro su determinati temi, come la giustizia, il Mes e le fondazioni dei partiti. Luigi Di Maio lo sta facendo e io sono dalla sua parte, lo sostengo in questa linea”.

Dopo il caso della Fondazione Open vicina all’ex premier Matteo Renzi, infatti,  il Movimento cinque stelle chiede a gran voce una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti. Ma da tempo i pentastellati stanno proponendo in Parlamento anche una stretta sugli enti che finanziano i soggetti e i movimenti politici.

In Senato da due legislature il parlamentare del movimento Alberto Airola ha presentato un disegno di legge che riguarda ‘Disposizioni in materia di trasparenza e pubblicità degli statuti e dei bilanci delle fondazioni e delle associazioni che erogano finanziamenti a partiti e movimenti politici’.

Il testo è stato assegnato in commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama il 20 gennaio del 2018 ma l’esame non è mai stato avviato. Airola lo ha ripresentato in avvio di legislatura.

Le fondazioni po­litiche – si legge nella presentazione della proposta – finiscono per rivestire la funzione di un ‘salvadanaio’ oggetto di depositi da parte di persone o enti che, in cambio, desiderano accedere a relazioni. Nonostante alcuni infruttuosi tentativi di porvi mano, il problema continua ad esistere. Nel 2012, nell’ambito della discussione alla Camera sul taglio dei rimborsi elettorali, venne bocciato l’emendamento che mirava a imporre le stesse regole di trasparenza previste per i partiti anche alle fondazioni. Obbligo di trasparenza – si spiega – che due anni più tardi veniva espressamente previsto nell’am­bito della legge sull’abolizione del finanzia­mento pubblico ai partiti  ma che – di fatto – resta inapplicato perché prevede obblighi di trasparenza solo per le fondazioni i cui ‘organi direttivi’ siano nominati ‘in tutto o in parte’ dai partiti e la maggior parte delle fondazioni non ricade in questa fattispecie.

Il testo di Airola prevede che alle fondazioni e alle associazioni (non solo quelle con vertici nominati dai partiti) che erogano a qualsiasi titolo somme, servizi o altro beneficio, destinati direttamente o indirettamente al finanziamento in favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne o di parlamentari o consiglieri regionali si applicano le prescrizioni sulla trasparenza e la pubblicità degli statuti e dei bilanci. Le fondazioni sono dunque tenute ad assicurare la trasparenza e l’accesso alle informazioni relative al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci, anche mediante la realizzazione di un sito internet che rispetti i principi di elevata accessibilita’, di completezza di informazione, di chiarezza di linguaggio, di affidabilita’, di semplicita’ di consultazione, di qualita’, di omogeneita’ e di interoperabilita’.

Il disegno di legge potrebbe riprendere il proprio cammino in Parlamento al termine della sessione di bilancio nella quale si approva la Finanziaria.

Voglio che il Movimento porti avanti le sue battaglie, come la revoca delle concessioni ai Benetton, continua Di Battista: ‘Su questo noi 5Stelle ci giochiamo il futuro’. Sul tema del Mes poi sottolinea: “Rispetto il presidente Conte, ma su questioni dirimenti come il fondo salva Stati deve essere sovrano il Parlamento. Se io fossi un eletto, voterei contro il Mes: questo accordo così com’è rischia di spalancare le porte alla troika. L’Italia deve alzare la voce”.

Tornando sulla sua intervista in un post su Fb, Di Battista va all’attacco di Matteo Renzi e di Italia Viva: “Renzi e Salvini, i ‘Matthews’, sono incredibilmente simili, sulla politica economica, sulle privatizzazioni e sulla politica estera la pensano allo stesso identico modo”. E torna a chiedere al M5S di accelerare “sul recupero dell’Imu non versato dagli istituti religiosi. Vedrete che i renziani passati a Italia ‘Morta’ o quelli lasciati a fare politicamente da ”palo” nel PD in Parlamento voteranno tutte le nostre proposte anche perché, se si dovesse andare ad elezioni adesso, non solo prenderebbero meno voti di Calenda ma molti di loro perderebbero l’immunità parlamentare e mai come ora credo ne abbiano bisogno”.

Una posizione giudicata come un siluro al governo giallo-rosso. Tanto che il senatore piddino Andrea Marcucci avverte Di Maio e Grillo: “Il M5S ha una certezza, se seguisse le indicazioni di Di Battista, provocherebbe sicuramente un problema insormontabile per il governo. Di Maio e Bonafede devono sempre ricordarsi che sono ministri in un governo di coalizione”.

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