Nella nuova manovra del Governo è prevista una nuova tassa sulla casa, frutto della fusione tra Imu e Tasi.
L’aliquota base della nuova tassa sarà dell‘8,6 per mille e i sindaci potranno aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille.
Solo nel 2020, ed entro il livello già stabilito per le due imposte, la nuova Imu potrà essere portata fino all’11,4 per mille. Con delibera comunale si potrà decidere anche di ridurla fino ad azzerarla.
I sindaci potranno annullare anche il prelievo su ville, castelli e abitazioni di pregio, per i quali l’imposta si applica anche quando sono prima casa.
Le case date in affitto a canone concordato continueranno a godere dello sconto del 25% anche con la nuova Imu. Lo stabiliscono le norme contenute nella bozza della manovra, nelle quali si precisa che “l’imposta è ridotta al 75%”.
Nel dettaglio, viene previsto che per le cosiddette abitazioni di lusso – categorie catastali A/1, A/8 o A/9 e adibite ad abitazione principale – seppure l’aliquota di base è pari allo 0,5 per cento il comune può aumentarla solo di 0,1 punti percentuali, con relativa l’aliquota massima pari allo 0,6 per cento
La sostanziale innovazione risiede nella circostanza che i comuni possono annullare completamente l’imposizione di tale fattispecie con apposita delibera del consiglio comunale.