ArcelorMittal avrebbe proposto al governo la risoluzione definitiva di ogni rapporto sulla vicenda ex Ilva mettendo sul piatto il pagamento di un miliardo di euro per lasciare gli impianti a Ilva in amministrazione straordinaria entro aprile 2020. Lo scrivono alcuni quotidiani, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Gazzetta del Mezzogiorno che parlano di una lettera che sarebbe stata inviata dalla multinazionale al Mise. Il governo, invece, scrivono, chiederebbe circa il doppio della somma offerta.
Alla cifra ArcelorMittal arriverebbe mettendo assieme i 500 milioni per lo svuotamento del magazzino (fatto sul quale la Procura di Taranto ipotizza l’appropriazione indebita), la fideiussione di 90 milioni intestata a favore dell’Ilva a garanzia del pagamento dei canoni di fitto (15 milioni al mese), la rinuncia agli investimenti ambientali finora sostenuti (altri 400 milioni). La cifra – rilevano i quotidiani – non corrisponderebbe alle richieste del governo, che pretenderebbe dalla multinazionale altri 850 milioni: le mancate manutenzioni per 350 milioni e la penale per la risoluzione anticipata del contratto (altri 500 milioni). Ma il Ministero dello sviluppo economico smentisce duramente. “Nessuna lettera arrivata dalla multinazionale Arcelor Mittal”. Lo fa sapere il Ministero dello sviluppo economico in merito ad alcune indiscrezioni di stampa, puntualizzando inoltre che “con l’azienda non si è mai nemmeno parlato di una transazione economica per la sua uscita dallo stabilimento”.
Intanto domani lunedì 9 dicembre dalle 23 alle 7 di mercoledì 11 le segreterie provinciali di Taranto dei sindacati metalmeccanici hanno annunciato uno sciopero di 32 ore contro il nuovo piano industriale di ArcelorMittal. La manifestazione nazionale a Roma si terrà invece martedì 10 dicembre a partire dalle ore 10.
A quanto si apprende il concentramento sarà in piazza Santi Apostoli. Lavoratori e delegati sindacali partiranno da Taranto con 15 bus.