Tanto variegata ѐ la bottega degli orrori, spettacolo in programma alla Sala Umberto di Roma fino a domenica 22 dicembre. Presentata allo stesso tempo come musical spettacolo horror, infrange le promesse e trascina il pubblico all’interno di un’atmosfera più incerta fin dall’esordio. La pianta “accattivante” altrimenti nota come Audrey 2, indiscussa protagonista dello show, si rivolge al pubblico con toni sarcasticamente autoritari bucando la quarta parete e intima il non utilizzo degli apparecchi elettronici, riportando i presenti a un giusto modo di essere in sala e lasciando anche solo per alcuni secondi intuire la futura forte presenza del suo personaggio.
La Piccola Bottega degli Orrori (Little Shop of Horrors), nasce come film musicale quaranta anni fa, partorito dalla mente di Roger Corman, regista specializzato nel horror di qualità, un Dario Argento Argento americano. Diventato poi musical teatrale, vince riconoscimenti e premi dalla critica e dal pubblico, fino ad essere riproposto sul grande schermo nel 1986 per la regia di Frank Oz. Ora torna dopo dodici annii in scena in Italia, grazie a Viola Produzioni che ne ha acquisito i diritti e Piero di Blasio che ne ha curato regia ed adattamento.
Siamo nella Grande Mela dei favolosi anni ’60. Un fioraio sull’orlo del fallimento riceve aiuto da una fonte inaspettata: la strana ed inquietante pianta comprata durante una notte di eclisse in un negozio cinese. Il prezzo da pagare ha un risvolto macabro: la pianta, che si nutre di sangue umano, gli propone di continuare ad aiutarlo in cambio di una fornitura di cadavere freschi. Se i soldi non fossero un incentivo sufficiente, l’opportunità di eliminare il suo rivale in amore, fa il resto. Da questo momento in poi, la situazione sfugge di mano al povero negoziante fino al finale a sorpresa.
Lo spettatore oscillerà sulle poltroncine della Sala Umberto come fossero altalene, passando dalla tristezza per le vittime della famelica pianta al riso scatenato dai momenti comici e grotteschi.
La narrazione ѐ supportata da un frizzante terzetto di donne – Giovanna D’Angi, Stefania Fratepietro,-Claudia Portale – che con una vocalità imponente, sulla scia dei Supremes, fanno da basso continuo all’ottima performance dei protagonisti, Giampiero Ingrassia, Fabio Canino, Belia Martin, Emiliano Geppetti, Lorenzo Di Pietro in arte Velma K. Il corpo di ballo, Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti, Mario Piana, trasmette l’energia ed il tono dello spettacolo
La scenografia di Gianluca Amodio azzecca e sintetizza efficacemente l’ambientazione newyorkese sia degli interni che degli esterni ed i costumi di Francesco Grossi enfatizzano il sapore degli eccentrici anni in cui è ambientata la storia.
In sintesi abbiamo davanti a noi uno spettacolo per tutta la famiglia e per tutte le età, mai banale e capace di sorprendere con piccoli colpi di scena inaspettati. Da non perdere.
Barbara Lalle