Una nuova bufera ha investito Davide Casaleggio, ringraziato dalla ministra Paola Pisano al termine del piano del governo per l’innovazione tecnologica. Proprio il tributo al figlio del co-fondatore del Movimento 5 Stelle ha scatenato le polemiche. Secondo molti Casaleggio jr sarebbe stato uno dei consulenti della squadra di governo per il lavoro di messa a punto del piano. Ed ovviamente si tratterebbe di un evidente caso di conflitto di interessi.
A metterlo nero su bianco è il ministro per l’Innovazione Paola Pisano nel suo piano presentato il 17 dicembre scorso, ‘2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e digitale del Paese’. Un documento di ventotto pagine che rivela all’ultimo foglio l’essenza di un palese conflitto di interessi. Tra i ringraziamenti ‘per il contributo all’elaborazione di questo piano’, il ministro cita proprio Casaleggio insieme a un breve elenco di esperti.’ Alcuni sono legati alla galassia Cinque stelle e direttamente al capo azienda che la gestisce. Altri invece sono dei big delle nuove tecnologie, scienziati, accademici e personalità affermate nel mondo imprenditoriale.
Dal ministero dicono che ‘la strategia è stata scritta tutta di proprio pugno dal Ministro Pisano, in collaborazione col suo team. I ringraziamenti sono personali e vanno alle tante persone che, nel corso di questi mesi, sono stati importanti interlocutori e hanno contribuito con idee e stimoli’. È la conferma che Casaleggio è interlocutore del governo su temi che intrecciano i suoi affari privati e le consulenze della sua azienda.
Nella lista dei ‘consulenti’ del piano Innovazione, oltre al fondatore del Movimento, si trova Vincenzo Di Nicola, numero uno di una società che si occupa di cripto-valute, ma soprattutto consulente di Rousseau per il quale ha gestito una competizione tra sviluppatori informatici per premiare le migliori idee per la democrazia diretta.
Nel board dei consulenti citati da Paola Pisano c’è anche Francesco Profumo, ministro con Mario Monti, oggi presidente della Compagnia di San Paolo e membro della Fondazione Giovanni Agnelli. In passato ebbe un forte scontro con il sindaco Chiara Appendino che voleva le sue dimissioni da San Paolo.
L’ipotesi è che Davide Casaleggio possa avere in qualche modo dato il suo contributo nella pianificazione o nella stesura del testo redatto dal governo per procedere con l’iter di innovazione tecnologica del Paese. Nessuno mette in dubbio le competenze nel settore di Casaleggio Jr, ma la sua partecipazione sarebbe fuori luogo anche per il suo rapporto con il Movimento 5 Stelle. Ma non è tutto. Secondo le accuse Casaleggio avrebbe lavorato al documento trattando i temi, gli ambiti e gli argomenti in cui opera e di cui si occupa la sua società. E qui entra in gioco l’evidente conflitto di interessi nel caso in cui fosse confermata la sua partecipazione.
I ringraziamenti pubblici della ministra Pisano hanno scatenato una polemica nel mondo della politica, con le principali forze, sia dell’opposizione che della maggioranza di governo, che chiedono chiarimenti in merito. La ministra deve rendere conto di quei ringraziamenti ingombranti e scomodi incautamente affidati alla rete. Dalle parti di Forza Italia hanno deciso di andare fino in fondo alla vicenda procedendo con la richiesta di una interrogazione parlamentare, che ha trovato il sostegno anche di uomini di Italia Viva. A giudicare dai post sui profili social con il benestare di Matteo Renzi.
A chiudere la lista ci sono esponenti di vertice di società private e manager pubblici, come Enrico Resmini appena nominato amministratore delegato di Invitalia Ventures SGR, società partecipata di Cassa Depositi e Prestiti. Nei piani di Casaleggio, più volte enunciati pubblicamente, CDP dovrebbe essere il serbatoio italiano dal quale attingere i fondi per l’Innovazione.
Fondi che però dovranno essere ingenti a fronte di un Piano che ha una scadenza nel 2025 e una serie di obiettivi assai impegnativi per far diventare l’Italia una società tecnologicamente avanzata. Gli esperti parlano di almeno 250 milioni di euro per l’infrastruttura che permetta la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e per dotare 40 milioni di cittadini di una identità unica digitale.
L’agenda del governo incrocia pericolosamente quella imprenditoriale di Casaleggio: blockchain, voto elettronico, Venture Capital, Intelligenza Artificiale, Identità digitale. Tutti temi importanti sui quali però Casaleggio Associati raccoglie clienti e soldi per le sue consulenze. I report dell’azienda milanese diventano oggi agenda di governo attraverso il partito che l’imprenditore gestisce. Possiamo rischiare che il governo appalti i temi dell’innovazione a un imprenditore privato che gestisce un partito?