Il 2020 che sta per iniziare sarà tutt’altro che un anno semplice, per il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli. Nonostante siamo ancora nel 2019, infatti, sul tavolo del ministero sono presenti già diversi dossier riguardanti il prossimo anno, con in ballo circa 300 mila posti di lavoro. Situazioni in alcuni casi molto critiche e tutt’altro che semplici da districare.
Come ricostruito da TGCom24, nelle stanze del Ministero dello Sviluppo Economico sono gestite ben 159 vertenze aziendali, molte delle quali si trascinano stancamente da anni, e riguardanti un po’ tutti i settori produttivi. Le più spinose (e corpose) sono quelle dell’ex ILVA di Taranto e di Alitalia. Nel primo caso, come risaputo, la nuova proprietà franco-indiana chiede di poter licenziare circa metà dei dipendenti (4.700 esuberi previsti nel piano di ristrutturazione).
Sul fronte Alitalia, se possibile, la situazione è ancora più spinosa: il Governo ha concesso un altro prestito ponte da 400 milioni di euro nella speranza che si riesca a definire la cordata che dovrà salvare, per l’ennesima volta, la compagnia di bandiera. Ancora ignoto il destino degli oltre 10 mila dipendenti, dato che è impossibile fare previsioni sul numero di possibili esuberi previsti nella nuova organizzazione aziendale.
A queste situazioni di maggior peso se ne unisco decine d’altre, che, alla fine della fiera, ingrossano pesantemente le fila dei posti di lavoro a rischio nei prossimi 12 mesi. C’è la questione irrisolta della Whirpool di Napoli e della cessione del ramo d’azienda; c’è la Mahle di Laloggia in provincia di Torino, con i suoi 443 dipendenti incerti su cosa sarà di loro; c’è la ex Embraco di Torino, con il 20% della forza lavoro a rischio licenziamento (400 su 2.000 totali); la Bosch di Bari, invece, prevede 624 esuberi su un totale di 1.800 dipendenti. Insomma, una situazione che riguarda l’intero Stivale e che causerà più di qualche grattacapo al ministro Patuanelli.