Non e’ certo che se la Carta di localizzazione del pericolo da valanga (Clpv) fosse stata in vigore il 18 gennaio 2017, giorno della tragedia di Rigopiano, il disastro si sarebbe potuto evitare: e’ la novita’ rispetto ad uno degli elementi al centro della maxi inchiesta e del processo che emerge in concomitanza nel terzo anniversario dell’evento che ha causato la morte di 29 persone.
Secondo alcuni esperti e fonti vicine alla Regione, il documento di prevenzione non e’ una carta scientifica e quindi non in grado di prevedere le calamita’ (come nei terremoti), ma un atto pianificatorio che rappresenta graficamente le localita’ e i territori potenzialmente in pericolo, basandosi pero’ sul parametro di eventi accaduti precedentemente o di tracce lasciate sul terreno. Tanto che in larga maggioranza vengono citati bacini montani e sciistici dove si sono verificate valanghe. In base a questo, Rigopiano non sarebbe stata ricompresa in una eventuale Clpv e quindi non sarebbero scattate misure di prevenzione dettate dal documento in questione.