Cambio ora legale: data e abolizione, la decisione dell’Italia
La decisione del governo italiano sulla possibilità di abolire o meno l’ora legale nel nostro paese
Ci sono novità riguardo l’uso dell’ora legale, un tema che da qualche anno a questa parte ha coinvolto tanti paesi dell’Unione Europea, Italia compresa, chiamati a decidere se continuare a spostare le lancette due volte all’anno oppure no.
Nel 2020, nel nostro paese, verrà adottata regolarmente l’ora legale. Le lancette degli orologi verranno spostate un’ora in avanti a partire da domenica 29 marzo e da quel giorno le giornate appariranno più lunghe per tutta l’estate e fino ad ottobre. Ma sarà quella l’ultima volta in cui in Italia verrà adottata l’ora legale? La risposta è no.
Da poco è arrivata la decisione in merito alla possibilità di abolire l’ora legale: l’Italia ha detto no. Nel nostro paese continuerà a restare in vigore il doppio orario. Il governo italiano, infatti, ha depositato a Bruxelles una richiesta formale con la quale intende mantenere intatta la situazione attuale, senza apportare alcuna variazione. Le modifiche al documento sono state presentate dal governo Conte bis che ha deciso di mantenere inalterato il nostro sistema di orario.
Sono tre i motivi che hanno portato a non appoggiare l’abolizione dell’ora legale. Il primo riguarda la mancanza di valutazione sui vantaggi e sugli svantaggi. Non esiste, secondo il governo italiano, una valutazione esaustiva in grado di affermare con esattezza il quadro dei vantaggi e degli svantaggi derivati dall’abolizione. Mancano delle prove scientifiche che possano stabilire se i due piccoli cambiamenti di fuso orario danneggiano o no l’equilibrio psico-fisico dei cittadini.
La seconda motivazione è di natura economica. Adottando l’ora legale, negli anni l’Italia è riuscita ad ottenere un grande risparmio dal punto di vista energetico. Per sei mesi all’anno, infatti, è possibile accendere le luci un’ora più tardi. Un risparmio che stando ad uno studio condotto da Terna – Rete Elettrica Nazionale, l’operatore che gestisce le reti per la trasmissione dell’energia elettrica con sede a Roma, corrisponde a circa 100 milioni di euro all’anno.
La terza motivazione è rappresentata dalle perplessità riguardanti la possibilità che le diverse scelte di orari adottate dagli altri paesi d’Europa possano andare a creare delle differenze di fuso orario, mettendo così a rischio il corretto funzionamento del mercato comunitario. Niente cambiamento, dunque, da parte dell’Italia: si continuerà ad andare avanti con l’ora legale che entrerà in vigore il prossimo 29 marzo.