Dal 28 gennaio a domenica 2 febbraio 2020 il Teatro Vascello di Roma ha ospitato la compagnia teatrale Proxima Res di Tindaro Granata che si confronta per la prima volta con un grande classico. “La locandiera” è la pièce goldoniana per eccellenza, rappresentata per la prima volta nel Carnevale del 1753 al Teatro Sant’Angelo di Venezia, che il commediografo stesso denunciava come “la più morale, la più utile, la più istruttiva”. La scenografia di Margherita Baldoni si apre bianca ed elegante, incipriata di candore e un senso di appagamento si completa all’udire i versi di una lontana e familiare Mattinata Fiorentina di Alberto Rabagliati.
Come fiori a primavera i cinque personaggi sbucano regali da appendiabiti a rotelle carichi dei meravigliosi costumi settecenteschi, di Maria Barbara de Marco. Un lungo tavolo marmoreo al centro fraziona simmetricamente lo spazio e attorno, sopra e sotto ad esso si muoverà dinamicamente tutta la scena. Il successo di questa edizione è frutto del lavoro tra la compagnia e il regista Andrea Chiodi, che ha saputo vestire la commedia italiana Maestra della sua visione intelligente, moderna e attualissima. L’assistenza alla regia è di Maria Laura Palmieri. Il fascino di quest’opera risiede nelle sue molteplici chiavi di interpretazione ed il senso di godibilità e dato dalla sua intrinseca natura divertente e spensierata. Gli attori in ordine alfabetico Caterina Carpio, Caterina Filograno, Tindaro Granata (Marchese di Forlipopoli), Mariangela Granelli (Mirandolina), Fabio Marchisio (Cavaliere di Ripafratta) hanno maschere di bianco cerone e guance rosse e con spasso e maestria danno inizio all’intreccio dinamico dei ruoli, coadiuvati da piccoli manichini di legno da disegno, che rappresentano i vari caratteri della commedia. Le tematiche universali quali la donna, l’astuzia, l’amore e le debolezze vengono costantemente stravolte e i suoi molteplici messaggi morali risuonano e stupiscono lo spettatore.
Caterina Carpio è una spettabile e materna Mirandolina, la locandiera, e la sua recitazione vibra di forza femminile. La riflessione sul suo personaggio sorge spontanea: Mirandolina è una Donna che non accondiscende ai voleri matrimoniali imposti dal padre, che non si abbandona a relazioni superficiali per denaro o convenienza, ma che porta avanti la locanda ereditata dopo la morte del padre con autorevolezza, gentilezza e senso di indipendenza.
Tindaro Granata interpreta magistralmente il bizzarro Marchese di Forlipopoli e il pubblico ha occhi e orecchie solo per lui. Le espressioni, il tono della voce, i movimenti effeminati, tutto è esilarante. Il marchese ama Mirandolina, ma non vuole farsi nemici per ottenerla, si prende gioco di sé e ha una battuta pronta per tutto.
Fabio Marchisio è l’opposto di ogni cavaliere che abbia mai corteggiato Mirandolina, odia le donne, è riservato, rifugge le pene d’amore e non vuole cedere alle tentazioni del gentilsesso. Dopo tanta repulsione verso la locandiera, finirà per innamorarsi di lei ed infine lasciarla, convinta che ella non lo ami davvero.
Caterina Filograno è straordinaria nella freschezza recitativa di due importanti personaggi: il virile Fabrizio, servo della locanda e destinato a sposare Mirandolina e una delle due goffe commedianti giunte alla locanda, che con sgraziataggine si fingono baronesse alla ricerca di corteggiatori.
L’altra commediante è interpretata spassosamente da Caterina Carpio, che con talento passa dalla comicità sboccata alla serietà signorile, come mostra nel ruolo del Conte d’Albafiorita.
Il disegno luci di Marco Grisa e le musiche di Daniele D’Angelo creano effetti scenici nei quali ci si sente come immersi dentro un ricordo e non mancano delicati momenti di calma riflessiva. Nelle transizioni tra le scene i personaggi vengono messi in pausa, e, come comandati da fili, con grazia si siedono in disparte, ponendosi in ascolto.
Osservando gli attori impugnare le marionette che interpretano loro stessi ci si sente commossi, nel pensiero del gioco di scambi e stravolgimenti che è il gioco della vita.
Maria Teresa Filetici
Teatro Vascello, Roma – gennaio 2020
LA LOCANDIERA
regia Andrea Chiodi
con (in ordine alfabetico)
Caterina Carpio, Caterina Filograno, Tindaro Granata (Marchese di Forlipopoli), Mariangela Granelli (Mirandolina), Fabio Marchisio
scene e costumi Margherita Baldoni
assistente alla regia Maria Laura Palmeri
disegno luci Marco Grisa
musiche Daniele D’Angelo
realizzazione costumi Maria Barbara de Marco
produzione Proxima Res