Brusca frenata della crescita economica nel 2011. L’anno scorso, secondo i dati forniti dall’Istat, il Prodotto Interno Lordo italiano è aumentato solo dello 0,4%, in netto rallentamento rispetto al +1,8% del 2010. L’ultima previsione del governo stimava un Pil nel 2011 a +0,6%. Rivisto al ribasso poi il dato del 2009, anno segnato da una durissima recessione. In quell’anno il Pil è diminuito del 5,5%, mentre prima la caduta era indicata a -5,1%.
Schizza verso l’alto anche il rapporto tra debito pubblico e Pil che sale a quota 120,1%. Si tratta del livello più alto registrato negli ultimi quindici anni. L’anno scorso, secondo i dati forniti dall’Istituto di Statistica, il rapporto debito-Pil è salito al 120,1%, in aumento rispetto al 118,7% del 2010, segnando un valore che non si raggiungeva dal 1996, quando era al 120,2%.
Migliora invece il rapporto deficit-Pil che nel 2011 si è attestato al 3,9%. Un progresso rispetto al 2010 che ha fatto segnare il 4,6%. Le ultime stime del governo prevedevano un rapporto nel 2011 pari al 3,8%.
Cala dello 0,1% la pressione fiscale, data dall’ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil, che si ferma al 42,5%.
La riduzione del Pil pesa anche sulle spese delle famiglie. Nel 2011 la spesa per consumi finali delle famiglie italiane sale in volume dello 0,2%, in frenata rispetto al 2010 (+1,2%). A trainare i consumi, secondo i dati forniti dall’Istat, é la spesa per i servizi (+1,6%), mentre il consumo di beni cala (-0,9%). Marcata la flessione nella spesa media per i generi alimentari (-1,3%).