L’intesa sulla prescrizione abbozzata da Pd Leu e 5S appare farraginosa e a detta di molti giuristi anche incostituzionale. Ma in queste ore il giudizio lo deve esprimere chi si occupa di giustizia nelle aule di Tribunale e nelle Corti di Appello. Sono proprio magistrati ed avvocati a dover dire se il il cosiddetto “lodo Conte bis”, sia un passo avanti per garantire il cittadino, o sia piuttosto un modo per ingarbugliare ancora di più la matassa. A sentire il responsabile delle Camere penali, il nuovo accordo mediato da Palazzo Chigi non evita conseguenze negative al cittadino sottoposto a processo. E’ del tutto evidente che nella maggioranza è in atto un conflitto politico, dove tutti tendono a nascondere la mossa finale in attesa di quella degli altri. La speranza che l’intesa possa sortire trasparenza, senza soluzioni ambigue, in modo da poter essere accolta da una platea, la più vasta possibile e rendere vane e pretestuose le pretese di chi vi si oppone: per essere più chiari Renzi e la sua Italia Viva. Se invece l’accordo raggiunto serve solo a mascherare lo zoppicare del governo ed evitare a breve elezioni anticipate, allora non si può non dare ragione a Renzi che fa bene nel suo tentativo di smuovere le acque. E’ chiaro a tutti che l’ex Premier ha segnato un punto a suo favore.Infatti Conte ha convinto l’imbarazzante Ministro di Giustizia, Bonafede, a non portare il suo provvedimento, sotto forma di decreto al prossimo Consiglio dei Ministri. Quindi inevitabilmente i tempi si allungheranno. Da questo si comprende bene che il tentativo di mediazione di Conte non è andato a buon fine e il suo non definirsi né giustizialista né garantista lo fa apparire un ignavo. Ovvia è la considerazione: debole e inefficace la mediazione, intesa al limite dell’incomprensibile, spaccate le forze politiche, ma è inevitabile che l’ultimo appuntamento sarà in Senato. Chi si è schierato nella maggioranza contro la sospensione sine die della prescrizione, ha fatto emergere e reso evidente agli occhi di tutti la fragilità dell’asse politico Pd 5S.Ma anche al suo interno emergono le contraddizioni. A volte la tentazione di un no definitivo a costo di far cadere il governo, a volte un no più morbido teso a farlo galleggiare ed evitare il ricorso alle urne. Del resto lo stesso Renzi ha lasciato intendere che il suo obiettivo primario non è quello di abbandonare la maggioranza e perdere, così, quella rendita di posizione che finora è il suo unico bottino ottenuto con la scissione. Del resto l’ex Premier è davvero al limite della sopportazione e si rende conto che lui e il suo manipolo di armigeri di Italia Viva possono galleggiare solo se destabilizzano l’attuale maggioranza. In questo caos generale possono riguadagnare posizioni anche in caso di elezioni anticipate. Al contrario con la stagnazione attuale, la fine è probabile. Mai come adesso Renzi e la sua visione del sistema politico, hanno bisogno di un colpo di reni per non soccombere definitivamente.
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