22 febbraio – 5 aprile “Casa Spina” di Francesca Romana Pinzari. Cristalli e spine in mostra a Casa Vuota fino al 5 aprile

Sabato 22 febbraio alle ore 18:30 si inaugura la mostra “Casa Spina”, una personale di Francesca Romana Pinzari, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, negli spazi espositivi domestici di Casa Vuota a Roma (in via Maia 12, al Quadraro, info: 3928918793).

Francesca Roma Pinzari costruisce un emozionante racconto che utilizza come parole spine e cristalli, trasformando Casa Vuota in un’unica grande installazione. Cristalli e spine conquistano le stanze dell’appartamento, rivestendo gli oggetti domestici, i mobili, le suppellettili e gli oggetti personali che emergono dalla memoria dell’artista come reliquie di un’immane naufragio.

La mostra si può visitare su appuntamento fino al 5 aprile.

Casa Vuota

392.8918793 – 328.4615638

Francesca Romana Pinzari. Casa Spina

Una mostra a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

22 febbraio – 5 aprile 2020

Inaugurazione: sabato 22 febbraio 2019, ore 18:30

Casa Vuota diventa “Casa Spina” in occasione della mostra personale di Francesca Romana Pinzari che si inaugura sabato 22 febbraio 2020 alle ore 18:30 in via Maia 12 a Roma. Cristalli e arbusti spinosi sono gli elementi su cui si fonda la ricerca più recente dell’artista e sono la materia sensibile con cui si costruisce l’architettura immaginifica della sua personale, ospitata nelle stanze dell’appartamento dismesso del Quadraro trasformato in spazio espositivo. Curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, la mostra si può visitare su appuntamento fino al 5 aprile, telefonando al numero 3928918793.

“L’intero progetto di Francesca Romana Pinzari a Casa Vuota ruota intorno alle possibilità della trasformazione della materia – scrivono Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – e, nel rispetto della vocazione intima dello spazio espositivo che è narrativa e domestica, l’ambientazione evocata è familiare, quotidiana, violenta e nostalgica allo stesso tempo”.

L’artista presenta in mostra sculture, quadri-sculture e oggetti modificati che vanno a comporre un’unica grande installazione capace di inglobare le stanze di Casa Vuota e dialogare con le carte da parati strappate e i segni della vita che tra queste mura si è consumata.

“Lo scenario in cui ci muoviamo è una casa abbandonata dove le persone sono andate via e tra incendi, infiltrazioni d’acqua e la proliferazione di vegetazioni spinose spontanee gli oggetti si trasformano”, spiega Francesca Romana Pinzari.

Una riflessione sull’abitare e sul nomadismo, sull’appartenenza e sullo spaesamento e sulle ragioni dei legami familiari e dei loro retaggi rende molteplice e piena di radici la lettura della mostra.

“Lo spettatore che varca la soglia di Casa Vuota – spiegano i curatori – si trova davanti alle spoglie di una casa abitata che, come l’esoscheletro di un insetto che ha compiuto la sua metamorfosi, rimane deserta e si ritrova a contare i sedimenti del passaggio di un tempo incalcolabile, che si manifesta nella stratificazione e nell’accumulo di elementi vegetali e minerali ormai inerti”.

Spine e cristalli vanno a rivestire gli spazi e i reperti dell’abitare. Grazie a queste concrezioni e ramificazioni, oggetti di famiglia, quadri, mobili, suppellettili e accessori si animano di una vita nuova e inaspettata, nella misura in cui la memoria dell’artista si fonde con una memoria collettiva che procede per evocazioni, crasi ed ellissi.

“Il ricordo di ciò che è stato – proseguono scrivono Del Re e de Nichilo – si cristallizza o si acumina in una dimensione di sospensione, di sogno, di fiaba, di attesa o di dolore decantato. Il racconto dell’artista procede enumerando cicatrici che si rendono evidenti attraverso cristalli e spine, a rinsaldare una liquidità perduta e a ricucire ciò che è slabbrato e rotto. Fino alla prossima trasformazione. È il tempo del cuore quello che la ricerca di Francesca Romana Pinzari misura, tra autobiografia e smarrimento, nelle derive di un presente che si nutre di citazioni e tradimenti e accentua disarmonie laddove il flusso delle cose e dei sentimenti si scopre senza argini e smemorato”.

Francesca Romana Pinzari è nata a Perth in Australia nel 1976 e vive a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. Il suo approccio alla pratica artistica è di stampo performativo e la sua ricerca parte dal corpo per parlare di identità fisica, culturale, politica e religiosa. Prendendo come punto di partenza se stessa e le proprie esperienze, i suoi lavori sono intimi ritratti che raccontano concetti universalmente noti nei quali gli spettatori possono immedesimarsi. Il suo ultimo ciclo di lavori verte sui concetti di natura e alchimia; rami spinosi e cristalli opalescenti si fondono per dare forma a installazioni scultoree che, mostrandosi agli occhi dello spettatore come preziosi ex voto, celano misteriosi rituali alchemici.

Dal 1999 espone i suoi lavori sia in gallerie che in spazi pubblici e museali, in Italia e all’estero, all’interno di mostre, rassegne e festival. Tra le partecipazioni più significative si segnalano progetti in Finlandia, Slovacchia, Polonia, Cina, Germania, Regno Unito, USA, Messico, Nepal e Olanda.

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: CASA SPINA

AUTORE: Francesca Romana Pinzari

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 22 febbraio al 5 aprile 2020

ORARI: visitabile su appuntamento

VERNISSAGE: sabato 22 febbraio 2020, ore 18:30

INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 | email

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