Bancarotta gruppo Tecnis, in corso arresti

La Guardia di Finanza sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone indagate per la bancarotta della ‘Tecnis Spa’ – una delle principali aziende italiane di costruzioni – e di una serie di società controllate, dichiarata dal Tribunale di Catania nel giugno del 2017.

Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno anche effettuando dei sequestri di beni per un valore complessivo di 94 milioni. Nei confronti dei quattro, il Gip di Catania ha disposto gli arresti domiciliari.

Dalle indagini degli uomini della Guardia di Finanza di Catania e del Nucleo di Polizia Valutaria, la governance precedente di Tecnis Spa avrebbe messo in atto “ripetute condotte illecite” nella gestione dell’azienda. Nel proprio sito la società si definisce una “delle realtà più significative nel panorama italiano delle imprese di costruzioni generali, di ingegneria e general contracting, attiva nel settore della realizzazione di grandi opere infrastrutturali”: opere portuali e idrauliche, grande viabilità su gomma e ferro, sistemazioni idrogeologiche, primari interventi di urbanizzazione, edilizia civile, presidi ospedalieri d’interesse nazionale, restauro conservativo di importanti strutture edilizie vincolate dalle Sovrintendenze statali. L’accusa nei confronti dei quattro destinatari della misura cautelare è, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione. I dettagli dell’inchiesta che ha portato agli arresti saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 10.30 in procura a Catania alla quale parteciperà il procuratore Carmelo Zuccaro.

“Le criminose condotte predatorie poste in essere dal management della Tecnis” hanno “spogliato la società di quasi 100 milioni di euro nel corso di un quadriennio, dal 2011 al 2014, aggravandone il dissesto e rendendola insolvente”. E’ la ricostruzione della Procura di Catania della presunta bancarotta che ha portato agli arresti domiciliari tre imprenditori, Mimmo Costanzo, i fratelli Concetto e Orazio Bosco, e un loro presunto prestanome, Gaspare Di Paola. Al centro dell’inchiesta Arcot le indagini di militari del nucleo di Polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Catania che si sono avvalse anche di intercettazioni. “Lo schema fraudolento congegnato e perseguito dai soggetti arrestati”, secondo la Procura, si è caratterizzato per “la concessione da parte di Tecnis di consistenti e vorticosi finanziamenti infragruppo ‘non onerosi’ diretti alle consorziate”. Le imprese beneficiarie, a loro volta, “anche con movimentazioni bancari realizzate nella stessa giornata, hanno veicolato le liquidità in questione a favore di società estranee al gruppo di riferimento, ma sempre dirette, anche con la presenza di prestanome, da Concetto Bosco e Mimmo Costanzo”. Per la Procura “il profitto criminale originatosi dalla bancarotta fraudolenta veniva destinato, tra l’altro, alla realizzazione di strutture sportive e ricettive nel settore del turismo golfistico, la cui costruzione, in larga parte, veniva anche affidata alla stessa ‘depredata’”. Secondo l’accusa, “la compagine criminale, dunque, finanziata da mezzi tratti dalla società poi finita in amministrazione straordinaria, non remunerata per il malcelato finanziamento, realizzava distinti compendi societari senza dover ricorrere all’investimento di proprie risorse”.

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