Scoperto traffico di shaboo tra Roma e Prato: 22 indagati

I carabinieri di Roma, nella Capitale ma anche a Taranto, Napoli e Firenze, stanno eseguendo misure cautelari, nei confronti di 22 persone di nazionalità cinese, filippina e italiana, ritenute responsabili di spaccio e detenzione di shaboo. Nel corso dell’attività, i militari hanno già arrestato 38 persone, in flagranza, per spaccio. Alcuni cittadini cinesi, titolari di esercizi al dettaglio nella zona del centro di Roma, si approvvigionavano di droga, precisano i carabinieri, da loro connazionali nella città di Prato. Lo stupefacente veniva portato nella Capitale da giovani ragazze cinesi, incensurate, che, viaggiavano in treno dalla città toscana. Una volta giunti a Roma, i cristalli di shaboo venivano spacciati tramite una rete di pusher collocati nelle varie piazze di spaccio.

Lo shaboo, una volta considerata una droga ‘etnica’, utilizzata principalmente nelle comunità asiatiche, prevalentemente dagli over 30 per mantenersi svegli e attivi durante giornate di lavoro, oggi coinvolge le giovani generazioni asiatiche e non solo, diffondendosi rapidamente, sottolineano i carabinieri, sul territorio nazionale e capitolino anche tra gli occidentali.

Eccitante che permette di restare svegli anche per tre giorni, i suoi effetti devastanti incidono prevalentemente sul sistema nervoso centrale che viene stimolato oltremodo, cagionando danni rilevanti, con un effetto superiore alla cocaina, idoneo ad annullare fame e senso di fatica nonché causare dipendenza. La dose singola media di shaboo è pari a 0,1 grammo, con un costo per l’assuntore finale di 50 euro. Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, portano all’arresto di un cittadino cinese operato nel quartiere di Trastevere – Monteverde nel mese di giugno 2018, durante il quale è stato rinvenuto e posto in sequestro un considerevole quantitativo dello stupefacente. In tale circostanza venivano acquisiti ulteriori elementi tali da poter ipotizzare l’esistenza di una rete di spacciatori dedicati alla vendita nella Capitale di shaboo, di non facile reperibilità, ma sempre più richiesto nelle piazze di spaccio. L’ipotesi è stata successivamente riscontrata da attività tecniche e pedinamenti nei quartieri capitolini ove è maggiore la presenza di comunità asiatiche. Le indagini hanno permesso di identificare i ruoli dei diversi indagati, individuare le zone di spaccio, la modalità di introduzione dello stupefacente nella Capitale, i luoghi dove lo stesso è stato stoccato e dove veniva confezionato per la vendita al dettaglio, ed infine le modalità di cessione, consentendo di sequestrare un totale di oltre 1 kilogrammo di shaboo (oltre 10.000 dosi), nonché di arrestare 38 soggetti nella flagranza dello spaccio.

 

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