Il decreto sullo smart working nelle zone ‘contagiate’ dal Coronavirus è entrato in vigore ma le polemiche non mancano. Molti imprenditori, infatti, hanno dato il permesso ai propri dipendenti di lavorare da remoto anche se la città non rientra nel provvedimento approvato dalla maggioranza. Le incongruenze dello smart working “Il decreto riguarda solo le zone rosse – spiega Arianna Visentini, ad di Variazioni srl al Corriere della Sera – e non è chiaro quale siano gli adempimenti necessari per avviare subito questa modalità di lavoro. Sarebbe auspicabile estendere la semplificazione per l’adozione dello smart working in tutta l’Italia del Nord“. E i problemi non mancano: “Per poter fare lo smart working si rende indispensabile una rapida familiarizzazione con questi strumenti. L’Italia ha bisogno di un passaggio culturale che non è scontato. L’auspicio resta dunque che questa modalità di lavoro non venga associata solo a situazione di emergenza ma si possa utilizzare anche in situazioni di normalità“.
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