La denuncia di Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia, che spiega la convocazione di una seduta del Parlamentop europeo a Strasburgo, una delle città francesi più “contagiate” dal coronavirus, sia una follia. “Non vogliono rovinare gli affari della città francese”, spiega Procaccini, sottolineando come la Francia abbia coperto, fin dall’inizio, la diffusione del coronavirus, che inizia il suo “percorso” lì e in Germania. “Ma per l’Unione europea gli appestati siamo noi…”.
Il coronavirus è apparso per la prima volta in Cina, ma non è detto che sia nato lì. In sostanza, origine ed epicentro dell’epidemia potrebbero non coincidere. Lo afferma Zhong Nanshan, pneumologo cinese di fama internazionale, nel corso di una conferenza stampa a Guangzhou.
Nanshan, cui si deve la scoperta della Sars, sottolinea come la stessa Oms abbia chiarito in diverse occasioni che il ricorso alla denominazione ‘Covid-19’ sia dovuto alla volontà di evitare l’uso di nomi che possano essere stigmatizzanti, come quelli basati sulla collocazione geografica. Un esempio? La ‘spagnola’.
Il medico ricorda come la famosa influenza del 1918, che ha causato tra i 50 e i 100 milioni di morti in tutto il mondo, porti già nel nome una fake news.
Per mantenere alto il morale delle truppe in tempo di guerra, infatti, negli Stati impegnati al fronte furono segnalati meno casi.
Si creò così la falsa impressione che la Spagna, neutrale nella Prima guerra mondiale, fosse il Paese più colpito. Ma non esistono dati precisi che stabiliscano con certezza l’origine di quell’epidemia.
Nanshan non dimentica il virus dell’influenza A, noto come H1N1, o ‘suina’. Si è protratto dall’inizio del 2009 alla fine del 2010 provocando un gran numero di casi confermati negli Stati Uniti.
Secondo un articolo pubblicato sul Virology Journal nel 2009, il virus dell’influenza suina avrebbe completato il suo passaggio dagli animali agli esseri umani in Messico.
Infine, Nanshan cita un rapporto dell’Onu secondo cui la diffusione del coronavirus sia una questione globale e che il lavoro per rintracciarne la fonte è ancora in corso. Parole che hanno un peso soprattutto mentre, in Europa, prosegue la caccia all’untore.
Giorgia Meloni, dal suo canto, ha inviato a Giuseppe Conte le proposte di Fratelli d’Italia per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Proposte che tengono conto delle ultime decisioni, in primis quella di chiudere le scuole.
Le proposte inviate da Giorgia Meloni al premier
Si parte dal sostegno alle famiglie: congedo parentale coperto dallo Stato al 70%. In alternativa, scrive la Meloni, con un contributo di 500 euro al mese per coprire le spese di babysitting per tutte quelle famiglie che hanno in casa un minore di 14 anni. E nelle quali, fatto salvo per i nonni e i disabili, tutti i maggiorenni lavorano.
Sospensione e ricalcolo del pagamento delle rette scolastiche nei confronti delle scuole sia pubbliche che private. Questo, per il periodo corrispondente alla chiusura e conseguente ristoro alle strutture scolastiche da parte dello Stato.
Sostegno alle aziende
Le proposte di Giorgia Meloni sono dettagliate. Chiede sostegno alle aziende con abolizione temporanea del decreto dignità. Così si rendono facili le assunzioni in sostituzione, liberalizzando quegli strumenti a partire dai voucher che consentono di assumere personale per periodi brevi.
FdI collabora per trovare risposte concrete
Come detto in più occasioni – ha scritto la Meloni nella lettera inviata a Palazzo Chigi – Fratelli d’Italia ribadisce la propria disponibilità per collaborare per trovare risposte concrete per gli italiani, in questo momento particolarmente delicato per l’Italia.