Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in un post su Facebook, spiega la ratio del decreto approvato dal Cdm di stanotte che contiene, appunto, misure di riorganizzazione per garantire il funzionamento della macchina giudiziaria e al tempo stesso le precauzioni per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “Con il decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei ministri, abbiamo deciso che per le prossime due settimane (dal 8 marzo fino al 22 marzo) saranno sospesi termini e udienze su tutto il territorio nazionale. L’unica attivita’ consentita – sottolinea nel suo post – sara’ quella urgente e improrogabile, in analogia a quanto previsto dalla legge n. 742/1969 per la sospensione feriale di procedimenti e udienze”.
In questo intervallo di due settimane, continua il guardasigilli, “i vertici degli uffici giudiziari avranno la possibilita’ di poter organizzare l’attivita’ giudiziaria che riprendera’ dal 23 marzo con tutte le cautele e le misure previste nel decreto legge a tutela della salute degli addetti ai lavori e degli utenti della giustizia. Si tratta di misure organizzative per evitare assembramenti e contatti ravvicinati tra le persone all’interno dell’ufficio giudiziario: regolazione degli orari e dell’accesso del pubblico agli uffici, ricorso ‘rafforzato’ alle tecnologie telematiche e alle videoconferenze per le udienze, possibile celebrazione delle udienze a porte chiuse. Inoltre, prevediamo anche che i capi degli uffici giudiziari, sentita l’autorita’ sanitaria e il Consiglio dell’ordine degli avvocati, potranno, in ragione di emergenze epidemiologiche certificate, rinviare le udienze non urgenti e i termini nei procedimenti civili e penali a data successiva al 31 maggio. La giustizia va avanti – precisa infine – nel pieno e totale rispetto della salute di tutti coloro che accedono negli uffici giudiziari”.