Nella vita di ognuno di noi ci sono momenti di grande sofferenza e criticità che bisogna saper affrontare e superare perché potrebbero diventare, al tempo stesso, un’opportunità di conoscere, di cambiare e progredire. E questo status occasionale che potrebbe coinvolgere ognuno di noi, diventa un’opportunità, ancor di più, quando coinvolge la storia di una nazione.In questo momento il nostro bello e amato Paese per ragioni, a tutt’oggi, ancora ai più incomprensibili, si trova sotto i riflettori del mondo e per questo ha bisogno di una visione unitaria strategica, da cui nessuno può tirarsi indietro.E’ giunto il momento di dimostrare un’unità nazionale, da troppo tempo dimenticata o smarrita che ci ha reso ridicoli e inaffidabili agli occhi del mondo. Politici, medici, giornalisti, insegnanti, operai, ogni singolo cittadino è chiamato a fare il proprio dovere e dare il proprio contributo per sconfiggere questo nemico invisibile che ha valicato i nostri confini e invaso le nostre terre. Dobbiamo decidere se vogliamo assistere passivi alle razzie del nemico e attendere che sazio abbandoni il nostro Paese , o essere protagonisti di una rapida vittoria e di un’ancora più rapida ascesa. Questo è il momento in cui una classe dirigente, degna di questo nome, dia un segnale forte. Bisogna che indichi senza indugio e con grande trasparenza una strategia di medio e lungo termine, aggettivi, questi, dimenticati dal linguaggio politico e da quello legislativo. E’ l’ora della consapevolezza, della fiducia e della responsabilità.La consapevolezza di ciò che stiamo affrontando ci consentirà di affrontare l’amara realtà guardandola negli occhi, anche a costo di fregiarci del grado di ‘untori’. Guai a quei Paesi che si sono nascosti dietro al cespuglio di comodo o che hanno sputato sulla nostra pizza, presto saranno travolti da un contagio che sarà molto più arduo da gestire. Occorre che in Italia non venga meno la fiducia dei suoi cittadini e solo una comunicazione attenta e scevra di ore di stucchevoli e ridicoli talk show, è in grado di tenera salda soprattutto nei confronti delle istituzioni, a cui bisogna riconoscere che stanno lavorando con equilibrio e senso del dovere verso il Paese. All’inizio di questa triste storia c’è stata un po’ di confusione, la politica sembrava ancora divisa ed intenta a corse folli a slogan e propagande stupide, tese solo alla ricerca di un consenso.In queste ore su ogni italiano grava la responsabilità, da un lato di evitare il contagio con comportamenti consoni secondo quanto prescritto e indicato dai nostri scienziati e dall’altro di reagire e aiutare l’economia ad affrontare questo momento e ripartire subito facendo tesoro di questa triste vicenda. La classe dirigente dal canto suo deve seguire e porre in essere tre azioni, con grande rapidità e concretezza. Varo di un sistema di aiuti che supportino i settori più colpiti dell’economia, facendo ricorso a strumenti straordinari e in ciò supportati e coadiuvati dall’UE. Questo comporta da parte dell’Italia un assalto politico rapido e senza indugi alle istituzioni europee. Creare opportunità per nuovi investimenti che possono derivare dal poter colmare tutti quei vuoti che questa crisi ha messo sotto la luce dei riflettori. A livello europeo ed internazionale l’Italia deve trasformare in vantaggio questo stato di debolezza e apparente umiliazione, mettendo in risalto che siamo stati i primi in occidente ad affrontare questo virus sconosciuto in modo più rigoroso e responsabile degli altri.Oggi noi siamo in grado di mettere a disposizione di tutti i Paesi europei un’esperienza tale da rivendicare il ruolo di leader per un progetto di coordinamento dei sistemi sanitari e sulle misure di sostegno all’economia. Viviamo in un mondo globalizzato e le crisi che colpiscono una parte, finiscono per colpire anche l’altra. E’ opportuno mettere da parte i sovranismi ridicoli, i populismi idioti, e ci incamminiamo per mano verso una casa comune per affrontare insieme le sfide che il futuro ci riserva. Qualcuno mi darà dell’utopista o del sognatore. Non ci posso fare niente! E’ più forte di me! Mi piace sognare anche e soprattutto ad occhi aperti.
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