Presi d’assalto dalle 9 di questa mattina, all’apertura, i supermercati si sono riempiti subito alla notizia dell’istituzione di una zona rossa in tutta la Lombardia e in 14 regioni per contenere l’epidemia da coronavirus. La folla si è radunata soprattutto nei supermercati di Milano, ma si segnalano disagi anche nella città di Asti. Per questo motivo Confcommercio e Assolombarda hanno chiarito come verranno gestite la produzione e l’approvvigionamento nel corso della prossima settimana.
“Chiediamo ai consumatori di attenersi alle linee guida, evitando inutili ammassamenti perché il servizio sarà garantito per tutta la settimana, ininterrottamente, e molti punti vendita stanno anche predisponendo servizi di consegna a domicilio”, ha affermato Confcommercio in una nota dopo il decreto del governo sul coronavirus.
Coronavirus, code ai supermercati di Milano
“C’è stata subito tanta gente, sarà una lunga giornata”, ha spiegato all’Ansa un addetto alla sicurezza in un’Esselunga di Milano. “Secondo le prime indicazione che Confindustria ha ricevuto dal Governo – ha scritto l’associazione lombarda sul suo sito – il DPCM non determinerà il blocco delle attività produttive, delle attività lavorative, nè tantomeno il blocco dei trasporti e della circolazione delle merci da e per le zone rosse”.
Code fuori da un supermercato anche in zona viale Umbria, a Milano: all’ingresso del Pam di via Strigelli l’addetto alla sicurezza fa entrare circa una decina di persone per volta, mentre gli altri attendono all’esterno, nel parcheggio.
Coronavirus, code ai supermercati di Asti
I supermercati sono stati presi d’assalto, già dall’apertura, anche ad Asti. “Calma e sangue freddo! Stiamo lavorando per gestire al meglio questo difficile momento. Non assaltate i supermercati. Non serve perché continueranno ad essere garantiti i rifornimenti e perché si sta facendo esattamente il contrario di quello che bisognerebbe fare”, ha fatto sapere il sindaco di Asti, Maurizio Rasero,
Coronavirus, come funzionano i rifornimenti di merci in zona rossa
Le merci non si fermano ma “è opportuno adottare misure di prevenzione e di cautela nei confronti dei trasportatori”. Lo ha sottolineato Assolombarda provando a chiarire alcuni nodi del decreto in vigore da oggi fino al 3 aprile.
“Gli autisti non possano scendere dai mezzi e siano muniti di dispositivi medici di protezione e prevenzione quali mascherine e guanti monouso; se il carico/scarico richiede la discesa dal mezzo deve essere mantenuta la distanza di sicurezza (1 metro) e la documentazione di trasporto sia trasmessa in via telematica”.
Coronavirus, cosa cambia per gli spostamenti di lavoro
Spostarsi per lavoro e fare viaggiare le merci è possibile: il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervistato a Sky Tg24 ha fornito alcuni chiarimenti sulla parte del decreto che, ha detto, “ha fatto sorgere più dubbi a cittadini ed imprenditori, l’art.1 sugli spostamenti”.
“Il lavoro è un discrimine – ha detto – e la merce può viaggiare, chi produce deve poter consegnare e le merci devono arrivare per produrre”.
“Alcuni chiarimenti al Dpcm che impatta su imprese e lavoratori: rientrano tra ‘comprovate esigenze lavorative’ tutte le attività di impresa“, ha chiarito in un tweet Assolombarda dal suo account ufficiale. “Nessun blocco ad attività produttive e lavorative nè a trasporti e circolazione delle merci”.
“Le attività continuano e quindi il tragitto casa lavoro è consentito” ha chiarito Assolombarda ai tanti dubbi che le imprese stanno sollevando in queste ore: “nel termine “comprovate” riteniamo si intendano attività non ovviabili ricorrendo a lavoro agile, e che richiedono la presenza dei lavoratori sul luogo di lavoro e, in questo caso, con l’adozione da parte delle imprese delle misure di cautela e prevenzione”.