Il maxi decreto “salva economia” e anti-coronavirus (o anche dl Coronavirus ter) è stamattina sul tavolo del Consiglio dei ministri, convocato alle 10. Il provvedimento, composto da ben 120 articoli e con interventi per oltre 20 miliardi di euro, si configura nei fatti come una manovra economica bis. Le misure per fronteggiare l’emergenza saranno finanziate con nuovo debito dal Governo fino a un massimo di 25 miliardi. “Al fine di reperire le risorse per assicurare la liquidità necessaria all’attuazione degli interventi di cui al presente decreto – si legge – è autorizzata l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25.000 milioni di euro per l’anno 2020”. Il decreto estende a tutti, quindi anche alle imprese con meno di 5 dipendenti, la cassa integrazione. Salvaguardia anche per i lavoratori non coperti da Cig: come gli stagionali, i lavoratori agricoli, del turismo, dello spettacolo, gli autonomi e quelli con contratto a tempo determinato: la cassa integrazione per tutti arriverà fino a 9 settimane. Rimane escluso il lavoro domestico.Si tratta di circa 5 miliardi per gli ammortizzatori sociali. Nel dettaglio: 1,3 miliardi per la Cig ordinaria e per trasformare in ordinaria la Cigs (338 milioni), e 3,3 miliardi per estendere la cassa in deroga ai settori attualmente non coperti.
La sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà viene estesa anche agli autonomi o liberi professionisti: dovranno presentare un’autocertificazione di un calo di oltre un terzo del fatturato per l’emergenza, senza necessità di presentare l’Isee. Previsto un fondo a garanzia di 500 milioni. Inoltre, per i dipendenti del settore privato, si equipara il periodo trascorso in quarantena o in permanenza domiciliare fiduciaria, dovuto al coronavirus, ai periodi di malattia, facendo scattare il trattamento economico previsto. Stabilite dal decreto anche le modalità per la redazione dei certificati da parte del medico curante. In deroga alle disposizioni vigenti, gli oneri sono a carico dello Stato.
Il testo riconosce un’indennità – pari a 500 euro – a favore dei liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e dei lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria. Medesima indennità è riconosciuta anche ai co.co.co. che svolgono attività in società e associazioni sportive dilettantistiche. Le imprese più colpite dal coronavirus godranno poi della sospensione fino al 31 maggio dei versamenti di ritenute, contributi, premi assicurativi e Iva per la scadenza di marzo. Alla ripresa della riscossione, i versamenti saranno effettuati senza sanzioni e interessi e in un’unica soluzione, oppure con un massimo di 5 rate mensili a partire da maggio 2020. E ancora, per quanto riguarda la riscossione, i versamenti tributari sospesi delle partite Iva che beneficiano della moratoria fiscale per l’emergenza coronavirus andranno effettuati, senza sanzioni e interessi, in unica soluzione ed entro il 31 maggio 2020. Gli adempimenti sospesi andranno effettuati entro il 30 giugno 2020. Viene ampliato e potenziato il Fondo di garanzia per le Pmi: 1 miliardo in più, garanzie dello Stato a sostegno della moratoria delle banche alle imprese per 1,73 miliardi di euro e un sostegno fiscale alla cessione dei crediti deteriorati. Il Fondo garanzia Pmi amplia il suo raggio dazione per i prossimi 9 mesi, elevando ad esempio la garanzia massima per singola impresa a 5 milioni di euro.
Con il decreto arriva un “fondo per il reddito di ultima istanza” per i lavoratori danneggiati da Covid-19. Si prevede un sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi, che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività, e che nel corso del 2019 non avevano guadagnato più di 10 mila euro. Viene a tal riguardo istituito un fondo da 200 milioni per l’erogazione di una indennità nel 2020, e i criteri saranno definiti dal ministero del Lavoro. Previsti congedi “speciali” per i genitori che hanno figli sotto i 12 anni costretti a casa dalla chiusura delle scuole: saranno validi dal 5 marzo per tutti i dipendenti, e l’indennità sarà di massimo 15 giorni da utilizzare tra mamma e papà non contemporaneamente, e sarà pari al 50% della retribuzione. Non c’è limite di età in caso di figli disabili. Riconosciuto anche un congedo speciale non retribuito ai dipendenti con figli tra 12 e 16 anni. L’indennità vale per i dipendenti del settore privato, per i lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata e per gli autonomi iscritti all’Inps. La condizione è che non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito o in modalità di lavoro agile.Inoltre, i dipendenti del settore privato con figli minori di età compresa tra i 12 e i 16 anni hanno diritto di astenersi dal lavoro durante la chiusura delle scuole, senza corresponsione di indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, ma con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro. In alternativa ai congedi, i lavoratori dipendenti con figli sotto i 12 anni potranno richiedere i voucher baby-sitter: il bonus è previsto nel limite massimo complessivo di 600 euro e viene erogato mediante il libretto famiglia. Confermato a 1.000 euro, invece, il bonus baby sitter per i bambini inferiori a 12 anni del personale sanitario, medici, infermieri, ed esperti di laboratorio che prestano servizio. Per la ex legge 104, chi assiste persone disabili potrà chiedere fino a 24 giorni in più di permesso nei prossimi due mesi.
Il dl prevede prevede che “Invitalia, in qualità di soggetto gestore delle principali agevolazioni nazionali alle imprese, sia autorizzata a erogare finanziamenti a fondo perduto o contributi in conto gestione, nonché finanziamenti agevolati, alle imprese che producono dispositivi di protezione individuale e medicali, per assicurarne l’adeguata fornitura nel periodo di emergenza del Covid-19”. È inoltre consentito produrre mascherine chirurgiche in deroga alle norme vigenti norme: le aziende produttrici che intendono avvalersi della deroga devono inviare all’Iss autocertificazione sulle caratteristiche tecniche delle mascherine, rispettando tutti i requisiti di sicurezza. Confermati gli incentivi a fondo perduto alle imprese che già le producono. Saranno infine consentite “sull’intero territorio nazionale, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, come misura di protezione individuale, l’uso di mascherine filtranti anche privi del marchio CE”.
Per i dipendenti pubblici e privati – con reddito sotto i 40mila euro – che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro ci sarà un premio di 100 euro per il mese di marzo 2020. Il premio (esentasse) viene dato in via automatica dal datore di lavoro, se possibile nella busta paga di aprile o entro il conguaglio di fine anno. Nel dl c’è anche un credito d’imposta – al 60% del canone di affitto di marzo – per i commercianti e le botteghe. Scatta la moratoria per il Reddito di cittadinanza su obblighi e termini di attuazione dei programmi di politica attiva sul lavoro durante l’emergenza Covid-19. Tuttavia, al termine del periodo di validità delle misure emergenziali, gli obblighi e i termini verrebbero ripristinati, non dovendosi contare, i giorni di sospensione e fermo restando il riconoscimento del beneficio durante la sospensione dei termini.