“In alcuni posti non si fa per ragioni di fattibilità”. Lo ha detto Giovanni Rezza,direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISS, intervistato in Circo Massimo su Radio Capital a proposito della nuova raccomandazione dell’Oms di fare il maggior numero di test possibile e dell’annuncio del Veneto di voler fare molti più tamponi, anche a tappeto. “C’e’ anche una divisione nella comunità scientifica sull’opportunità di aumentare il numero di tamponi – ammette Rezza – ma va anche considerato il fatto che per alcune Regioni e’ difficile fare i test anche ai sintomatici quindi non riescono a estenderli a tappeto. Lo hanno fatto in Corea del Sud ma dipende dalle forze che si mettono in campo. Certo le nostre strategie di prevenzione possono migliorare”.
Commentando le parole del professor Galli dell’Ospedale Sacco sulla “battaglia di Milano” in arrivo Rezza parla di un “grosso punto di domanda, perché per ora Milano non e’ stata toccata in modo pesante e spero che le misure di distanziamento abbiano un effetto”. E a proposito delle ultime misure restrittive varate in Europa Rezza dice che “arriviamo tardi cosi’ come i voli da Wuhan sono stati fermati tardi, quando il virus era già in circolazione. Bloccare quando c’è un’epidemia in atto nei paesi europei non mi sembra un granché. I provvedimenti italiani – aggiunge – sono stati molto coraggiosi perché abbiamo quasi rischiato una guerra economica con gli altri paesi che invece non volevano chiudere”.