Se ne era parlato già nei primi giorni della settimana, quando fra gli argomenti caldi per il Ministro del Lavoro Catalfo c’era l’estensione del Reddito di Cittadinanza per le situazioni emergenziali. Ora si delinea una misura a sè stante, un Reddito di Emergenza che dovrebbe riguardare le famiglie che non hanno accesso agli ammortizzatori fin qui previsti. Entrerà a far parte del Decreto Aprile su cui il governo lavora in queste ore.
Il provvedimento che conterrà anche un prolungamento della cassa integrazione con causale Covid 19. Le anticipazioni sono del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ne ha parlato nel corso di diverse interviste organi di stampa.
“Serviranno circa 3 miliardi. Comunque, sto facendo le stime esatte per quantificare la platea e, quindi, le risorse” ha detto Catalfo. “Il reddito di cittadinanza è composto da due voci: 500 euro di reddito vero e proprio più altri 280 euro di contributo per la casa. Pensiamo, per il reddito di emergenza, a una cifra superiore alla prima voce” continua la ministra.
“Sono sicura -argomenta ancora Catalfo- che metteremo in campo una misura che avrà l’appoggio dell’intero governo. In una situazione di emergenza come questa è necessario aiutare tutte le famiglie in difficoltà”. E chi prende attualmente il reddito di cittadinanza, assicura Catalfo, “deve stare tranquillo, non cambierà nulla. Anzi, sto pensando a un ulteriore allargamento della platea dei beneficiari, allentando il criterio della proprietà della casa. Sarà un allargamento a tempo, anche per aiutare le imprese aumentando i consumi e la domanda aggregata”.
Il Rem spetterà a tutti i lavoratori che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali e dagli attuali bonus previsti per far fronte all’emergenza Coronavirus. Per esempio, colf e badanti (che, in realtà, non si esclude possano invece rientrare già nel fondo di ultima istanza previsto dal Cura Italia), altre tipologie di lavoratori autonomi non coperti dagli attuali indennizzi. Saranno compresi, par di capire, anche coloro che lavorano in nero. Si parla di una somma analoga a a quella prevista per gli altri autonomi professionisti, quindi 600 euro.