Lo studio di Confcommercio sui consumi di marzo ha confermato l’impatto negativo del coronavirus sull’economia italiano, dovuto anche agli effetti del lockdown. Nel terzo mese dell’anno è stato registrato un crollo del 31,7% rispetto ad un anno fa con una contrazione del Pil che potrebbe toccare quota -13%.
Il report di Confcommercio si è soffermato anche sui diversi settori che sono stati travolti da questa crisi. Il crollo maggiore lo ha avuto il settore di abbigliamento e calzature che con la chiusura dei negozi hanno registrato un -100%. Male anche il settore del turismo. La chiusura delle frontiere ha portato dall’ultima settimana di marzo a un -95% degli stranieri. In negativo anche le immatricolazioni auto che hanno registrato un -82%. Si è salvato, in parte, il settore della ristorazione e del bar che nel mese ha avuto un crollo del -68%. Una percentuale più bassa rispetto agli altri settori per il servizio di delivery a casa che ha permesso a molti locali di ridurre in minimo le perdite.
Il Governo lavora per la ripartenza immediata ma Svimez lancia l’allarme per le imprese del Sud. Secondo quanto riferito da uno studio, il rischio della chiusura delle aziende nel Mezzogiono è quattro volte maggiore rispetto a quello del Nord. Un’ipotesi che preoccupa, e non poco, gli imprenditori della zona con il professore Pietro Bussetta, studioso dell’economia del Sud, che ha fatto una proposta al Governo: “Facciamo riaprire i cantieri e i negozi dove si sono meno contagio e trasferiamo anche una parte della produzione del Nord. Solo così possiamo salvare il Mezzogiorno, altrimenti senza lavoro si desertificherà“.