Campania: esempio di responsabilità e umanità

L’enorme differenza di decessi a causa del Covid19 tra il Nord e il Sud d’Italia è motivo di studi da parte degli esperti nazionali e in tutto il Mondo.

Ed è pure motivo di riflessione e confronto tra uomini di cultura ed esponenti del mondo politico e rappresentanti dei Mass media.

Tra quest’ultimi, Domenico Falco, a presidente MUGI, Movinento unitario giornalisti, a capo del Corecom e per la stessa regione, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti.

Perché si è verificata questa enorme differenza che spacca praticamente in due la nazione?

Falco osserva che “a oltre trenta giorni dall’adozione in Italia delle misure di quarantena, la situazione determinatasi con la crisi pandemica del Covid-19 è di fatto stazionaria, o per meglio dire il Paese presenta uno scenario fortemente differenziato tra le varie zone italiane”.

“Il numero delle morti nelle regioni del nord tocca punte di 11.185 in Lombardia, con cifre altrettanto raccapriccianti per, il Veneto con 1.026 il Piemonte 2.171, ed ancora l’Emilia Romagna con 2.903. Poi a seguire tutte le altre”.

Dati alla mano, il noto giornalista cita i dati recenti partendo dal settentrione particolarmente colpito, per poi giungere al Meridione dove troviamo una situazione del tutto differente.

“Ed ecco che, quando leggiamo il numero dei decessi nelle regioni meridionali la Campania 293, la Calabria 73, la Sicilia 190, la Puglia 307, ci colpisce la forte disparità di morti tra Nord e Sud” sottolinea il presidente Corecom.

Ma quali possono essere le motivazioni che portano a questi risultati?

“Per una serie di ragioni che cercherò di chiarire secondo il mio parere: primo il comportamento assunto dalle varie comunità del nord. Ricordiamo lo slogan ‘Milano non si ferma’, con tanto di foto con illustri personaggi a bere aperitivi nei locali alla moda, ed ancora l’egoismo e la smania di fare soldi e non fermare le attività industriali e commerciali, con i mezzi di trasporto ( metropolitane ed autobus ) zeppi all’inverosimile. Ed ancora, la concezione e la gestione delle RSA ( le case di riposo per anziani ) prive di un fattore imprescindibile che è quello dell’umanità, che deve accompagnare sempre le cure mediche, hanno determinato una situazione catastrofica e che ha fatto registrare morti a migliaia” sostiene Mimmo Falco.

“Invece al Sud, abbiamo constatato un atteggiamento diverso da parte della popolazione, che ha veramente attuato il ‘distanziamento fisico’” conclude.

Semplicemente. Parole nelle quali si evidenzia un approccio alla vita e alla gestione dei rapporti umani che fa la differenza e determina risultati assolutamente opposti.

Per quanto ancora in fase 1, l’analisi della situazione attuale e di quella immediatamente precedente, ovvero dall’inizio dell’emergenza Covid19, fa ben sperare – come sostenuto dal governatore della Campania – che per fine maggio regione sarà fuori dal periodo critico.

In particolare, queste settimane che ci separano dalla data fatidica del 4 maggio vista per molti come l’inizio del recupero della libertà temporaneamente perduta, sono fondamentali per tutelarci dal rischio di diffusione di un contagio che finora è stato ben contenuto, pure in una regione ad altissima densità della popolazione e in cui le strutture sanitarie sono poche – ridotte all’ossi da una politica errata che ha puntato su uno scellerato risparmio a discapito della Salute pubblica – e hanno posti molto limitati, troppi pochi purtroppo, pur vantando eccellenze indiscusse e un ottimo personale sanitario e parasanitario che ha dimostrato ancora una volta grande competenza, affidabilità, responsabilità, senso del dovere e umanità.

Ci auguriamo, che tale rischio venga quanto prima annullato, eliminando i fattori scatenanti e continuando sulla strada della collaborazione e del rispetto dell’altro e della salute e vita innanzitutto dei più deboli.

La ricetta della Napoletanità per la quale aiutarsi l’un l’altro è regola secolare, incominciando dal “caffè sospeso” e dalla “pizza solidale” e arrivando in questi giorni della pandemia, al “panaro solidale”: “chi può metta, chi non può, prenda”… la filosofia di un popolo che ha fatto dell’arte di arrangiarsi una filosofia di vita che può essere un grande insegnamento per tutti.

Teresa Lucianelli

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