Nella giornata calda del confronto europeo, che non sarà decisivo ma decisamente importante, Matteo Salvini piccona l’Unione europea soffiando sulla fiamma dell’Italexit che arde sotto la cenere di un Paese deluso dal comportamento dell’Ue.
“Bisogna ripensare le regole di questa associazione, ripensare anche l’appartenenza a questa associazione“, ha dichiarato Matteo Salvini, intervenendo ai microfoni di Radio CRC.
Il leader della Lega poi evidenzia quello che negli ultimi anni è stato il contributo italiano alla causa europea. “Dal 1980 l’Italia ha dato all’Europa 140 miliardi ma quando abbiamo bisogno i soldi non ci sono. Esistono due Ue. Quella dei diritti, l’Europa del Nord e quella dei doveri, l’Europa del Sud. Ma con noi tutto questo stona perché diamo tanti soldi all’Ue e siamo la secondo potenza del Vecchio continente”.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva al nuovo confronto europeo nelle peggior posizione possibile. A livello europeo deve giocare la partita perfetta nella speranza di compiere un’impresa. Il tutto sapendo che alle spalle, in Italia, ha un’Opposizione pronta ad affossarlo e una maggioranza di governo tutt’altro che solida e compatta. Angela Merkel, che guida i Paesi del Nord contro la causa coronabond, ancora nella mattina del 23 aprile si è detta contraria alla soluzione proposta dall’Italia.
Un piano composto da diversi strumenti finanziari per generare 2.000 miliardi di euro di investimenti, prestiti e spese destinate a rilanciare l’economia dell’Unione Europea dopo la profonda contrazione provocata dalla crisi del Coronavirus. Sono queste le grandi linee su cui sta lavorando la Commissione di Ursula von der Leyen. , secondo un documento interno. Il documento è stato preparato nelle scorse settimane ma, secondo il portavoce della Commissione Eric Mamer, non ha ricevuto l’approvazione di von der Leyen o del suo gabinetto
Gli Stati membri sarebbero chiamati a ripagare i prestiti dopo il 2027 con un’orizzonte temporale molto lungo. Inoltre non è escluso che parte del debito possa essere pagato attraverso nuove risorse proprie. La bozza del piano prevede altri 200 miliardi dal bilancio Ue per aiutare a finanziare i piani di ripresa nazionali, in particolare attraverso lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività che era stato proposto per la zona euro. La Commissione, infine, dovrebbe anticipare l’esborso di 50 miliardi di euro della politica della coesione nel 2021 e 2022 per generare 150 miliardi di spesa con il cofinanziamento nazionale a favore di mercato del lavoro, sanità e Pmi.
Arianna Manzi