Quei soldi promessi che tardano ad arrivare

Il sogno sembra essere svanito di colpo: i soldi alle famiglie, la liquidità alle imprese, il reddito universale per due mesi, promesse che tardano a concretizzarsi.I tempi si allungano inesorabilmente e l’insoddisfazione delle famiglie e dei piccoli imprenditori cresce. Abbassare le saracinesche per molti imprenditori è stato doloroso, ma la la riapertura per molti appare tragica. La scelta del governo di usare il canale bancario per far transitare liquidità è stata un modo come un altro per rallentare le erogazioni; sembra quasi fatto a posta per far guadagnare tempo ad un governo a corto di liquidità e non in grado di mantenere le promesse troppe volte annunciate e ribadite. L’errore commesso, se di errore trattasi, è quello di aver varato più decreti sull’emergenza senza abrogare le norme precedenti che inevitabilmente hanno frenato o in certi casi vanificato l’efficacia dei decreti emergenziali. Di qui il timore di molti direttori di filiali che temono conseguenze penali per aver firmato mutui o finanziamenti, ad esempio per aziende vicino ad organizzazioni criminali. Vero è che in questi giorni è aumentato il numero delle pratiche evase, ma non è tutto oro quello che luce. Infatti molte banche, se non la totalità, hanno adottato il criterio di dare la precedenza ai clienti più affidabili e conosciuti, lasciando indietro i poveri cristi. Se a questo aggiungiamo che molti istituti, soprattutto per quanto attiene all’erogazione del fondo dei venticinquemila euro, hanno fatto affiggere il cartello che i fondi sono esauriti e quindi invitano a contattare il numero verde, il quadro è completo. Né va meglio per i crediti garantiti da Sace, dove i tempi sono ancora più lunghi e le pratiche più farraginose. Quindi provvedimenti, che se anche presi con tutte le buone intenzioni, sono stati scritti da mani inesperte e pertanto si rischia di vanificarne l’effetto. Al di là di ogni altra considerazione lo Stato avrebbe dovuto privilegiare il fondo perduto. Quindi il giudizio non può che essere negativo e generare pessimismo circa l’efficacia delle misure adottate.La liquidità non arriverà alle imprese in tempi brevi e sicuramente non prima dell’estate e assisteremo ad un drastico processo selettivo. E come se non bastasse le imprese che riusciranno ad aprire, saranno appesantite da ulteriori debiti contratti, che impiegheranno per pagare le tasse, nel migliori dei casi, ma sicuramente non avranno quello slancio che serve per concorrere ad una rapida ripresa del Paese. Un Paese che fatica ad uscire dalla segregazione forzosa determinata dall’epidemia, avrebbe bisogno di una classe politica e dirigenziale che assolva i problemi con metodo ed equilibrio, non con improvvisazione e superficialità come ha fatto fino ad oggi, a colpi di spot o conferenze stampe su facebook Tutto ciò non può non incidere anche psicologicamente sulla tenuta della popolazione

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