Sorridente, Kim Jong-un è tornato in pubblico per la prima volta in tre settimane, senza apparenti segnali di malattia, malgrado le speculazioni sul suo stato di salute che si sono spinte fino a indicare la sua morte. Le 21 foto diffuse dalla Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, e dal Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori, hanno mostrato il leader col suo abito in stile Mao, impegnato il primo maggio a dare istruzioni sul campo e a partecipare al taglio del nastro rosso inaugurale di una fabbrica di fertilizzanti fosfatici a Sunchon, città a circa 50 chilometri a nord di Pyongyang, finita dopo due anni di lavori.
La riapparizione di Kim ha marcato la difficoltà nel capire le vicende interne dello Stato eremita, a partire dalle sorti della leadership, considerando che l’ultima apparizione di Kim era dell’11 aprile, a capo del Politburo del Partito dei Lavoratori. Le foto, tra l’altro, lo hanno mostrato mentre parla con i funzionari della fabbrica e, sempre sorridente, ispeziona l’impianto, facendo cadere le voci che lo davano come incapace di camminare. Con lui una serie di funzionari di vertice: la sorella Kim Yo-jong, e poi Pak Pong-ju, vicepresidente del Comitato centrale del Partito e il premier Kim Jae-ryong.
Non è raro che Kim scompaia dagli occhi del pubblico. Dopo la sua apparizione a un concerto del 25 gennaio a Pyongyang per celebrare il Capodanno lunare, il supremo comandante è stato assente per tre settimane fino a quando i media statali hanno conto della sua visita al Palazzo del Sole della capitale per commemorare il compleanno del 16 febbraio del padre Kim Jong-il, morto a dicembre 2011.
La sua più lunga è avvenuta a settembre del 2014, quando scomparve per 40 giorni e tornò zoppicante e accompagnandosi con un bastone. L’intelligence di Seul appurò che si sottopose alla rimossa una ciste dalla caviglia.