Tra la Calabria e il Governo si rischia lo scontro istituzionale e costituzionale dopo che l’esecutivo della regione ha varato un’ordinanza con la quale si consente la riapertura delle attività anche con tavoli all’aperto.
“Come Jole Santelli sa, giovedì è partita la lettera, l’invito che si è trasformato in una diffida e le procedure sono partite. Ha ancora tempo per ritirare l’ordinanza. Se non dovesse farlo, sa quello che succede quando parte una lettera che diffida dall’andare avanti rispetto a quell’ordinanza“. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, sull’ordinanza della Regione Calabria sulle aperture.
Sarà consentita – si legge nell’ordinanza firmata da Jole Santelli – la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto. Il tutto, naturalmente, nel rispetto delle norme anti-coronavirus come guanti, mascherine e distanziamento sociale. L’ordinanza vale dal 30 aprile. La disposizione ha creato parecchi dubbi e malumori tra il corpo dei medici calabresi.
Nel frattempo, ieri – per la prima volta dall’inizio dell’epidemia – si sono registrati zero contagi in Calabria. Lo rileva il bollettino diffuso dalla Regione. Tutti i tamponi processati nelle ultime 24 ore hanno dato, infatti, esito negativo. Il totale dei casi confermati è quello registrato nella giornata di ieri, e cioè 1.112 anche se il numero dei morti da venerdì a sabato è cresciuto di due unità. In tutto i tamponi eseguiti sono 35.975 di cui negativi 34.863. I soggetti in quarantena volontaria sono 6.078. Impugnata l’ordinanza Stando a quanto riferito dall’Ansa, Boccia avrebbe impugnato l’ordinanza della Regione Calabria.