EMERGENZA, VOLONTARIATO E COMUNITÀ
CONSAPEVOLEZZE E BISOGNI NUOVI
NEL QUESTIONARIO DEL CESV MESSINA
Solitudine, impoverimento e aumento di casi di depressione
i problemi prioritari rilevati nella cittadinanza
Impegno del Terzo Settore nella ricerca di nuovi volontari
ma anche nell’acquisizione di competenze
su piattaforme digitali, comunicazione e sicurezza
Messina – Sono capaci di adattarsi velocemente e di rispondere subito alle nuove circostanze. Di fronte all’emergenza non si sono fermati e, anzi, si sono reinventati per dare il supporto necessario. Giorno dopo giorno sono diventati sempre più consapevoli di ciò che hanno bisogno di acquisire, in strumenti e in competenze.
La reazione all’emergenza COVID 19 degli Enti del Terzo Settore (ETS) e, in particolare del mondo del volontariato, dell’Area metropolitana di Messina è stata “fotografata” in tempo reale grazie al questionario che il CESV (Centro Servizi al Volontariato) di Messina ha elaborato con la collaborazione di CSVNet, l’associazione nazionale dei Centri di servizio, nell’ambito delle azioni intitolate “Il volontariato non si ferma” e rilanciate su sito web (https://cesvmessina.org/il-volontariato-non-si-ferma).
Diversi i dati di rilievo emersi dal questionario, al quale hanno risposto 92 Enti, circa un terzo di tutte le realtà del settore presenti nel territorio.
Anzitutto, il 75% degli Enti ha messo in campo azioni specifiche in risposta all’emergenza Coronavirus.
In secondo luogo, tutti i casi di interruzione di attività sono stati determinati espressamente dai divieti e dagli obblighi derivanti dalla normativa.
Inoltre, non solo le sedi legali delle associazioni coprono l’intera Area metropolitana, che comprende 108 Comuni assai diversi tra loro per dimensione, densità di popolazione e localizzazione tra monti, mare e grandi centri urbani, ma si è rilevato anche che le organizzazioni mettono in campo attività su vasta scala, tanto che il 35% ha un “raggio d’azione” che coincide con i diversi Distretti socio-sanitari, e ingloba quindi più Comuni, e più di un quinto del totale (20,9%) sviluppa il proprio impegno su tutto il territorio dell’ex Provincia di Messina.
Non è tutto. Come spiega il presidente del CESV, Santi Mondello, “gli ETS del Messinese hanno ‘usato’ l’emergenza come una opportunità di crescita e di sviluppo del loro impegno. Allo stesso tempo hanno definitivamente dimostrato la propria capacità di adattamento a circostanze nuove e di risposta a nuovi, emergenti bisogni, uno dei valori più rilevanti tra i tanti messi in campo quotidianamente dagli Enti. Si tratta, giusto per fare qualche esempio, della rete di volontari che si sono occupati di cucire mascherine, reperendo i materiali e distribuendoli tramite i Servizi sociali dei Comuni, oppure della ricchissima serie di attività di supporto psicologico a distanza che hanno effettivamente reso più sostenibile questo difficile periodo”.
Infine, “sono state numerose e tutte determinate da profonda consapevolezza le richieste specifiche provenienti dal Terzo Settore del nostro territorio”, aggiunge il direttore, Rosario Ceraolo. “Il CESV Messina ha quindi deciso di impegnarsi in alcune azioni prioritarie. Per un verso si tratta di rafforzare la promozione sociale al fine di aumentare la platea dei volontari impegnati nel territorio, per altro verso si tratta di aumentare le competenze digitali e la capacità di programmazione delle associazioni e di fornire sistematiche azioni di formazione sui temi della sicurezza e della comunicazione, della cui centralità oggi c’è massima e diffusa coscienza”.
Ma non c’è solo la risposta all’emergenza da parte del Terzo Settore. Dall’analisi delle risposte al questionario emerge anche una approfondita “raccolta” di bisogni e istanze provenienti dalla cittadinanza.
Il contatto con la comunità è infatti proseguito per tutti gli ETS considerati, che abbiano o meno realizzato attività relative all’emergenza.
Sotto il profilo delle categorie, fruire dei servizi e delle azioni messe in campo dagli Enti del Terzo Settore che hanno realizzato azioni ad hoc per l’emergenza sono stati soprattutto gli anziani e, a seguire, disabili, minori e cittadini adulti in quarantena o persone sole.
E i tre principali problemi della cittadinanza che sono emersi sono stati solitudine, impoverimento e difficoltà nella gestione domestica e/o finanziaria ai quali si aggiunge, e preme per una particolare attenzione, anche l’aumento o l’insorgenza di casi di depressione.
Coerentemente, tra le richieste di aiuto ricevute hanno fatto la parte del leone il supporto psicologico, l’ascolto e la compagnia, la distribuzione di beni di prima necessità, il supporto per l’accessibilità ai servizi sanitari e la risposta ad esigenze logistiche (approvvigionamento alimentare, farmaci).