In una foto dal profilo Facebook di Luigi Di Maio, la cooperante Silvia Romano, vestita con una tunica verde, accolta al sui arrivo dal premier Giuseppe Conte (s) e dal ministro delgi Esteri, Luigi Di Maio, e da suoi familiari all'aeroporto di Caimpino, Roma. 10 maggio 2020. ANSA +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO - NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Chiuso il profilo Facebook di Silvia Romano. E nel mirino della Procura finisce la Onlus Africa Milele

Il profilo Facebook di Silvia Romano è stato chiuso per le minacce e gli insulti arrivati dopo la liberazione. “Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace – ha detto la madre Francesca ai giornalisti presenti sotto l’abitazione della giovane italiana – provate a mandare un vostro parente là e voglio vedere se non torna convertito“. E su una possibile conferenza stampa rivela: “Non facciamo niente al momento perché Silvia è in quarantena. Siamo qua, poi tra due settimane vedremo. Visto come sono andate le cose non so“.

 Le indagini sul rapimento di Silvia Romano proseguono con la Procura che presto potrebbe iniziare degli approfondimenti su Africa Milele, la Ong che ha mandato in Kenya la giovane milanese. “Mi hanno mandata allo sbaraglio“, avrebbe detto la 24enne agli inquirenti durante l’interrogatorio. Parole che saranno approfondite nei prossimi giorni con gli inquirenti che vogliono vedere chiaro sulla vicenda e capire il perché Silvia è rimasta in quel villaggio senza scorta e collaboratori.

 Ricostruzione non condivisa da Africa Milele con la fondatrice che ai microfoni di Repubblica ha raccontato il viaggio in Kenya di Silvia: “Quando è stata rapita erano in servizio due guardiani. Ci ha contattati sulla pagina Facebook perché voleva fare un periodo in quelle zone. Prima è andata a Liconi poi l’ho incontrata a Malandi ed è andata a Chamaka con mia figlia Irene che l’ha introdotta nel villaggio“. E sul rapimento ha ammesso: “So chi ha tradito Silvia. Non posso dirlo in pubblico ma gli inquirenti e i familiari sono informati. Ho fatto le mie indagini, non per cercare di liberare Silvia ma per capire cosa fosse successo. E penso di averlo scoperto“.

Attorno a Silvia Romano, la giovane cooperante rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata in Somalia sabato scorso, già da domenica, al suo arrivo in Italia, è sorta una campagna di odio. Per questo la Prefettura di Milano, città in cui lei vive con la famiglia e dove ieri è rientrata, sta valutando misure di protezione e il palazzo del Casoretto in cui abita è già sorvegliato dalle forze dell’ordine.

Un consigliere del Comune di Asolo (Treviso) ha postato una foto di Silvia Romano e sotto ha scritto “impiccatela”, Nico Basso, un ‘venetista’ capogruppo della civica “Verso il futuro”, ex assessore della giunta comunale leghista del comune trevigiano. Un post su Facebook che ha subito cancellato, ma che era accompagnato da altri messaggi di odio e offese volgari alla giovane cooperante italiana liberata in Somalia dopo 18 mesi di prigionia.

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