Da lunedì, trucco e parrucco, ma sarà per tutti?

Agognata riapertura per estetiste, parrucchieri, barbieri, onicotecnici, truccatori: entro giovedì/venerdì, sulla base dei dati del monitoraggio, saranno comunicate linee guida e protocolli per consentire alle Regioni di dare l’attesissimo via libera per lunedì, ma gli operatori temono che le rigide restrizioni, la limitazione drastica dell’attività e l’aumento delle spese, e gli altri requisiti obbligatori, potrebbero impedire di reggere le spese e perfino di riprendere a lavorare

Da lunedì prossimo, 18 maggio, di dovrebbe finalmente ripartire con il settore della bellezza, anche in Campania.

Con speranza e pure con ansia, gli operatori del settore e milioni di clienti in tutta Italia oltre che sul territorio regionale, attendono sicurezze e le annunciate e pure temute regolamentazioni.

Per istituti estetici, saloni di parrucchieri e barbieri, sarà la ripartenza o il colpo di grazia. Soltanto se verranno rispettati i rigorosi paletti preannunciati potranno riprendere a lavorare.

Entro giovedì/venerdì, valutati i dati del monitoraggio, verranno emanate le linee guida e i protocolli di sicurezza di Inail e Istituto superiore di Sanità. Quindi, sarà autorizzata la riapertura delle tante attività che sono ancora drammaticamente bloccate dalle rigide prescrizioni anti-Covid. Si sperava già dallo scorso lunedì di riprendere o per lo meno di avere dati certi a riguardo, ma non hanno sortito ancora effetti i disperati appelli di titolari e lavoratori, con conseguenze  altamente penalizzante. Per ora soltanto orientamenti non definiti che potrebbero rivelate rassicurazioni così come i temuti paletti per molti insostenibili, soprattutto per le piccole aziende del SudSino i fatti in tanti a  temere di non potere aprire o di non riuscire a reggere le spese, rimettendo anche i soldi nel tentativo di riprendere. Infatti vanno considerati i costi aggiuntivi dei presidi e degli altri materiali anti-Covid e ancora di più influirebbe il numero ridotto a quanto sarebbe trapelati, di pochi clienti per bontà, addirittura uno solo per le piccole aziendeVerranno indicate le precise linee guida e  pure i severi protocolli di sicurezza imposto  per ciascun tipo di esercizio che dovrebbero garantite la tutela sanitaria.

Nella speranza che venga garantita pure la concreta possibilità per tutti gli operatori di riaprire le proprie attività, senza che venga sentenziato invece il fallimento per parte di esse, come temono in tantiInfatti, le limitazioni imposte potrebbero risultare insuperabili per i titolari di piccole aziende. In tal caso, queste segnerebbero la fine per le imprese minori, quelle cioè che sono presenti in maggioranza nel Mezzogiorno.

Sono davvero in tanti a temere di non farcela a reggere o nemmeno a riuscire di alzare nuovamente la saracinesca.

Le notizie che stanno per arrivare, sono perciò non soltanto molto attese, ma vitali almeno per parte degli addetti al settore, molti in Campania e in generale al Sud.

La riapertura delle attività commerciali al dettaglio, questa è stata supportata da pressanti e disperate richieste da parte delle categorie interessate. A confortare tale orientamento, la curva discendente dell’epidemiaSi è quindi concluso con fondate speranze, l’incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria: parrucchieri, barbieri e titolari di centri estetici, che hanno lanciato in Campania, già da diversi giorni,  l’allarme sul lavoro nero domiciliare – piaga atavica del settore – denunciando un netto e preoccupante incremento in questo periodo di chiusura delle attività, dell’esercizio abusivo della professione. Hanno sottolineato a riguardo che l’indispensabile riapertura dei locali si ci augura che serva anche a ridurre sensibilmente il fenomeno ed a scoraggiare l’offerta di trattamenti a domicilio che non garantiscono assolutamente norme igieniche adeguate, tantomeno tutela anti-Covid e costituiscono quindi un serio pericolo per l’intera popolazione, oltre che per i clienti che ospitano illegalmente gli abusivi e per i familiari coabitanti.

Nel confronto tra premier Conte, ministri Boccia e Speranza e vertici regionali, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha avvertito:

“ogni decisione definitiva venga presa a seguito delle dovute verifiche sul dato del contagio del prossimo fine settimana”, dunque nel momento in cui saranno noti i primi e significativi riscontri sulla diffusione del virus, a due settimane dall’inizio di questa Fase 2.

Il rigido governatore campano ha chiesto unitamente  al premier siciliano Musumeci: per “la mobilità interregionale si proceda ad ulteriori verifiche e si rinvii ogni decisione a giugno”. Infatti, la libera circolazione, in considerazione della differenziazione tra aree della diffusione del virus, potrebbe portare a influire negativamente sulla capacità di contenimento del contagio, e andrebbero dunque vanificati gli sforzi compiuti finora con successo nelle regioni del Sud attraverso efficaci misure sventando il rischio della strage inizialmente prevista o, comunque temutaIl capi di governo ha confermato che il blocco della mobilità sarà in vigore fino alla chiusura del mese. Inoltre, ai governatori che come Toti premono per tornare a luglio alle urne, ha annunciato l’eventuale disponibilità a considerare tale data, visto che “il precedente decreto era nato in un contesto diverso da quello attuale”, aggiungendo che necessità però di una “ulteriore riflessione da parte del Governo”.

Antonio Marchiello, assessore regionale alle Attività produttive ha ribadito l’affidabilità degli operatori del settore, che sino comunque “abituati a garantire il massimo rispetto delle precauzioni, anche perché si tratta di esercizi che già prima del Covid riservavano grande attenzione alle misure sanitarie”, riferendosi si badi bene a quelli in regola e non agli abusivi che continuano più che mai a creare problemi alla categoria. Occorre più che mai una campagna divulgativa in maniera che l’utenza possa essere adeguatamente informata su cosa chiedere a estetiste, parrucchieri, barbieri, truccatori, onicotecnici di fiducia per essere sicuramente garantiti in termini di salute e di prestazioni.

È da considerare che continuano a essere in numero ridotto i centri sul territorio regionale dotati di macchinari veramente efficaci per sterilizzare gli attrezzi da lavoro ed evitare infezioni di vari tipi, anche particolarmente pericolose.

Ancora in molti si servono di apparecchi che non garantiscono la sterilizzazione al 100%, eppure hanno continuato comunque a lavorare. È noto che questa rappresenta un’altra piaga del settore: occorrerebbero severi controlli che avrebbero dovuto essere effettuati già da tempo. Servirebbero pure Severino per individuare i centri non in regola, a volte situati addirittura su strada che hanno operato indisturbati soprattutto nella provincia interna. Questo potrebbe essere il momento della ripartita per tutti coloro che hanno sempre operato con responsabilità e impegno e non sarebbe giusto che invece i provvedimenti tagliassero fuori chi merita fiducia e sostegno.

La task force regionale provvederà in queste ore al regolamento con le prescrizioni. Saranno obbligatori frequenti interventi di sanificazione dei locali, impiego delle mascherine protettive e materiale monouso: ma tutti questo comporterà un aumento nei costi di gestione delle attività, gravemente penalizzate anche dal drasticamente ridotto numero di clienti da accontentare. Per i primi tempi di dovrebbe lavorare esclusivamente su appuntamento e si ipotizza per gli esercizi meno spaziosi, l’accesso soltanto di un cliente per volta, “per evitare assembramenti durante i periodi di attesa”. Un’altra batosta per gli operatori che difficilmente possono così sanare le spese, a meno di non aumentare sensibilmente le tariffe e, inoltre, metterebbe a serio rischio i posti di lavoro dei dipendenti, impossibilitati a prestare la loro opera.

“Finché la situazione dei contagi resterà stabile, procederemo in questa direzione”: così  l’ass. Marchetiello, che ha precisato: “l’obiettivo della Regione è quello di normalizzare la situazione, agevolando la ripresa delle attività economiche, dando modo a tutti di riprendere la produzione e l’offerta di servizi”.

Per stabilire se questa ripresa sarà realmente attuabile da parte di tutti, bisognerà attendere. Il ministro degli Affari regionali Boccia che ha comunque assicurato: “..inizia una nuova fase di responsabilità che coinvolge direttamente le amministrazioni regionali” e dalle loro decisioni dipenderà la sopravvivenza o la fine di molte attività, soprattutto nel Sud.

Teresa Lucianelli

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