Fase 2: il ristorante sembra affollato, ma sono solo manichini. La singolare trovata del ristorante "Mamma mia" di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, in attesa di veri clienti. Napoli 14 Maggio 2020. ANSA/CESARE ABBATE/

Lunedì riaprono solo 6 negozi su 10. Così il governo ha affossato le imprese

Solo 6 imprese su 10, tra negozi, bar e ristoranti, lunedì riapriranno. Le altre invece si sono arrese al “timore di lavorare in perdita” e al “rebus delle regole di sicurezza e alla paura del coronavirus”. A rivelarlo è un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione.

In particolare, gli imprenditori che hanno deciso di tirare su la serranda sono il 62%, mentre il 27% ha deciso che non lo farà e l’11% si è preso il fine settimana per decidere, anche alla luce del fatto che le regole sono state emanate solo stanotte. Nella cospicua percentuale di quanti rimarranno chiusi, il 68% indica come motivazione la mancata convenienza dell’apertura. Ma c’è anche un 13% che comunque continua ad avere timori legati alla sicurezza, anche per la lunga incertezza sulla normativa relativa. Un caso emblematico è quello dei mercati: ogni Comune sta provvedendo al proprio protocollo, spesso contrastante con gli altri, gettando nell’incertezza gli imprenditori.

La poca chiarezza incide anche per il 13% di operatori che non ha ancora avuto modo di adeguare il locale e/o l’organizzazione del lavoro alle nuove disposizioni.  Otto negozi e pubblici esercizi su 10 certificano di non essere riusciti a procurarsi le mascherine a prezzo calmierato. Cresce, in generale, la paura di non riuscire a superare la fase difficile. Il 36% degli imprenditori teme di chiudere l’attività e un ulteriore 41% ritiene di essere a rischio in caso di inattesi prolungamenti dell’emergenza. Entrambi i dati sono in crescita, rispettivamente del 4 e del 6%, in confronto alla rilevazione precedente, condotta lo scorso 14 aprile. Quasi tutti (l’82%) sono comunque preoccupati per il futuro.

”Per le imprese la riapertura è una corsa ad ostacoli e contro il tempo“, commenta Confesercenti, salutando comunque comune uno “spiraglio” per “uscire dall’incertezza” l’accordo finalmente raggiunto tra Conferenza Stato-Regioni e governo. ”Più di tutti è pesata la previsione di essere costretti a lavorare in condizioni antieconomiche. Gli imprenditori – spiega una nota dell’associazione di categoria – temono l’impatto della rigidità delle linee guida sulle attività e di rimanere schiacciati tra l’aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo dei ricavi. Sono preoccupati, inoltre, anche dal tema delle responsabilità legali“. “Bisogna cambiare passo”, è quindi l’avvertimento di Confesercenti, che chiede “linee guida applicabili e aiuti economici diretti alle imprese per sostenerle anche in questa delicata fase della ripartenza”.

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