Aumentano sempre di più, di giorni in giorno, i casi di violenza sulle donne che il più delle volte sfociano in omicidi. Nei primi 40 giorni del 2012, le donne uccise da compagni ed ex sono state 22. Non contano la provenienza, l’appartenenza socio-culturale o l’età, è una mattanza trasversale”, spiega Roberta Bruzzone, criminologa e consulente tecnico di Telefono Rosa, intervistata da “Gente”.
Dopo la strage in Brescia, in cui per mano di Mario Albanese hanno perso la vita l’ex moglie Francesca Alleruzzo, il suo nuovo compagno Vito Macandino, la figlia di lei Chiara Matalone e il suo fidanzato Domenico Tortorici, arrivano i dati allarmanti di Eurispes: ogni 3 giorni in Italia viene uccisa una donna. “La gelosia ossessiva, il tentativo asfissiante di ripristinare la relazione e la mania del controllo purtroppo sono marchi di fabbrica dei futuri assassini”, spiega la Bruzzone. Due i momenti più pericolosi: “La rottura della storia e l’inizio di una nuova vita da parte della ex sono senz’altro i fattori scatenanti di una violenza senza fine da parte degli uomini, che sentono di aver perso il loro potere sulla donna”, continua la criminologa.
“L’omicidio è la forma estrema di controllo sulla vita dell’altro, soprattutto se questa vita sta tornando a essere soddisfacente. Questi uomini sono talmente frustrati che qualunque altro loro sentimento viene annullato: il fatto di avere figli, che magari assistono alla morte della madre, per loro non conta nulla. Le donne devono denunciare sempre molestie e stalking. Ma deve cambiare anche la mentalità degli uomini delle forze dell’ordine: quante donne con fatica si rivolgono ai commissariati per poi sentire sminuite le proprie sofferenze?”.