Un progetto «indipendente, nel senso più profondo e non negoziabile del termine, che vuole dar voce a chi non si sente rappresentato, dalla parte di chi, nel contesto sociale, ha meno e con l’occhio critico nei confronti di tutti i poteri». Si presenta così Domani, nuovo quotidiano nazionale voluto da Carlo De Benedetti, direttore Stefano Feltri, che sottolinea: «Domani non tiferà per nessuno, ma non ha alcuna pretesa di essere neutrale».
Un giornale, mette in evidenza una nota della proprietà, «che nasce come volontà di espressione del libero pensiero, non soggetto ad alcun possibile condizionamento di parte, sia essa politica o economica». Dopo una fase di start-up, si legge nella nota, Domani sarà ceduto alla FondazioneDomani che garantirà così sostenibilità e totale indipendenza anche nel lungo periodo.
Il nome, viene fatto notare, indica l’idea di un «giornale proiettato verso il futuro, fin dal nome: un direttore giovane, che ha già dimostrato di essere giornalista di grande qualità, Stefano Feltri, insieme ad una squadra di giornalisti non convenzionali, giovani e preparati, che non provengono dal tradizionale giornalismo, determinati a parlare ad un pubblico interessato all’attualità e con una spiccata sensibilità civica. Un pubblico Interessato alla politica, ma non alla rissa politica».
L’ambizione «è di essere la risposta a una crisi di sistema del giornalismo italiano che sembra incapace di tenere insieme informazione di qualità e sostenibilità economica. Sarà il primo giornale “tradizionale” a nascere in una versione pienamente integrata tra carta e web».
Un giornale «che saprà interpretare, aggregare e sostenere le spinte per una Italia diversa e migliore, sia per chi sta in Italia sia per chi vive lontano. Evocherà speranza, futuro ma anche determinazione e serietà. Un giornale che saprà creare una comunità di persone che si riconoscono in valori precisi e condivisi».
Il direttore Feltri sottolinea che Domani sarà «un giornale fondato su inchieste, analisi e idee. Avrà una redazione giovane e competente, un azionista forte che ha preso l’impegno ad avviare il giornale e a trasferirne il controllo a una Fondazione così da renderlo indipendente e sostenibile, al riparo da pressioni e condizionamenti».
Domani, prosegue Feltri, «non tiferà per nessuno, ma non ha alcuna pretesa di essere neutrale. In questa fase difficile, tutti vogliamo rendere il Paese un po’ migliore di com’era prima. Il contributo che noi giornalisti possiamo dare è offrire una informazione affidabile, onesta e rigorosa.
Mai come nella pandemia è stato evidente quanto danno può fare un giornalismo che riduce perfino la scienza a baruffa politica. Vogliamo costruire questo giornale con i nostri lettori, che potranno seguire la nascita di Domani con una newsletter che racconterà tutto minuto per minuto, farci proposte, raccontare le loro storie. A breve, con i nostri primi abbonati e i primi collaboratori, discuteremo le inchieste da pubblicare in autunno».
Presidente del Cda editoriale di Domani spa è Luigi Zanda, che sottolinea: «In democrazia quando nasce un nuovo giornale si fa sempre festa. La festa è ancora maggiore quando il nuovo giornale nasce per riflettere su quel che accadrà Domani, per alimentare il dibattito sul futuro del Paese e dell’Europa, con l’ambizione di occuparsi non solo del presente ma anche dell’avvenire. Domani è un nuovo giornale che nasce per informare, ma ancor di più per interpretare le notizie, per approfondirle, per valutarne le conseguenze, per metterle in relazione tra loro, per fare quelle analisi e quelle valutazioni indispensabili per dare senso e prospettiva a quel che accade. Domani è un nuovo giornale, ma è anche un giornale nuovo».