Aveva contatti con diversi gruppi stranieri, tra cui Grecia, Cile e Germania, la cellula anarchica sgominata dai Ros. Tra le sette persone arrestate, Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannantonio, 39enne romana, Nico Aurigemma, 30enne romano, Francesca Cerrone, 31enne trentina, finiti in carcere con l’accusa di aver costituito una cellula eversiva di matrice anarchica insurrezionale, avente base nel centro sociale ‘Bencivenga Occupato’ di Roma. Dalle indagini, sono emersi contatti tra gli arrestati e gli anarchici greci, Paese in cui e’ molto attiva la ‘Cospirazione delle Cellule di Fuoco’, gruppo terroristico aderente al cartello Fai-Fri. Il militante argentino Santiago Maldonado, cui e’ dedicata la cellula che ha rivendicato l’attentato alla Stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, e’ morto nell’agosto 2017 a seguito di una manifestazione a difesa del popolo mapuche, tematica di lotta degli anarchici cileni.
Gli arresti scaturiscono da un’attivita’ investigativa avviata a seguito dell’attentato esplosivo alla Stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, compiuto il 7 dicembre 2017 e rivendicato dalla sigla terroristica “Cellula Santiago Maldonado – Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale”. A condurre le prime indagini dopo l’attentato alla caserma dei carabinieri di Roma San Giovanni, avvenuto il 7 dicembre 2017 e rivendicato dalla sigla terroristica “Cellula Santiago Maldonado – Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale”, sono stati i Carabinieri del Reparto Operativo di Roma che sin da subito hanno eseguito i rilievi, acquisito e analizzato i video delle telecamere di videosorveglianza, estrapolando le prime immagini dell’attentatore. Indagini, poi sviluppate dal Ros. L’ordigno artigianale, nascosto all’interno di un termos di metallo, contenente 1,6 kg di esplosivo, aveva provocato ingenti danni all’ingresso della caserma e per poco non aveva investito con la sua esplosione una passante, elemento che conferiva all’attentato una estrema pericolosita’ “derivante dall’accettazione del rischio di colpire vittime collaterali”. Dalle indagini e’ emerso che il gruppo eversivo si rifaceva ai dettami strategici di Alfredo Cospito, ideologo della Fai, attualmente detenuto nel carcere di Ferrara per partecipazione alla Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale, oltre che per la gambizzazione dell’ingegnere Roberto Adinolfi, avvenuto a Genova il 7 maggio 2012. Il collegamento con l’ideologo Cospito emergeva anche dal suo documento strategico dal titolo ‘L’autismo degli insorti’, diffuso nel 2018, che portava, proprio la rivendicazione dell’attentato alla Stazione Carabinieri di San Giovanni, come esempio della nuova strategia dell’alternanza tra azioni anonime e rivendicate nella lotta distruttiva contro il sistema. Per quest’ultimo attentato e’ stato arrestato Claudio Zaccone, membro dell’associazione eversiva, nei cui confronti sono stati raccolti numerosi e gravi indizi di colpevolezza.