Fase 3, anche il Vaticano mette a punto l’antiriciclaggio

Un seminario a porte chiuse di due giorni per “avere gli occhi più aperti del solito” sul rischio di riciclaggio di denaro sporco si è tenuto in Vaticano nel quadro delle previste difficoltà economiche legate alla pandemia di coronavirus. Presidente del tribunale vaticano è Giuseppe Pignatone, ex procuratore capo di Roma, che a inizio epidemia aveva scritto un articolo sulla Stampa, non relativo allo Stato pontificio ma al quadro generale italiano, intitolato “l’ombra delle cosche sul dopo coronavirus. Il pericolo dell’aggressione mafiosa”. E lunedì e martedì si è svolto un confronto sulle disposizioni in materia di prevenzioni e contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Si è trattato, riferisce Vatican News, di una “sessione di aggiornamento per le autorità pubbliche della Santa Sede e della Città del Vaticano”. La normativa vaticana, del resto, recependo gli standard internazionali in materia, è all’avanguardia.

Il presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria Carmelo Barbargallo, riporta sempre Vatican News, ha affermato che “questo è un momento particolarmente complicato, in prospettiva probabilmente sarà ancora più complicato per l’economia, e quindi bisogna tenere insieme la missione importante che ha la Chiesa, con gli equilibri economici che sono altrettanto importanti e con il rispetto delle norme. In particolare delle norme poste a presidio della necessità di essere esenti dalle minacce del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, un aspetto assolutamente di grande importanza”. Secondo Barbagallo “la criminalità nei momenti di crisi riesce a insinuarsi nel tessuto dell’economia e riesce a prendere contatti con i soggetti più deboli, proponendosi per acquisti fatti in contante. E quindi questo è un momento nel quale assolutamente bisogna avere gli occhi più aperti del solito”. Il presidente dell’authority finanziaria vaticana (Aif) ha precisato che “le normative vaticane sono in linea con le normative del resto del mondo. Recentemente sono state anche rinnovate, in particolare la normativa sugli appalti è all’avanguardia”. Il vice direttore dell’Aif, Federico Antellini Russo, ha affermato che la normativa “si sta evolvendo ogni anno perché tiene conto di quelli che sono non soltanto i parametri europei ma tiene conto anche della peculiarità della giurisdizione. La Santa Sede ha anche fatto dei significativi passi pionieristici rispetto a quello che accade in Europa, ad esempio ed è l’oggetto di questo seminario, il comitato di sicurezza finanziaria ha deciso di estendere non solo la formazione ma anche una forma di prevenzione, di consapevolezza e per certi versi di supporto anche alle autorità pubbliche della Santa Sede, dello Stato Città del Vaticano. Questo significa che loro sono soggetti con obbligo di segnalazione di attività sospette all’Autorità di informazione finanziaria”.

Anita Titomanlio dell’ufficio giuridico della Segreteria di Stato ha detto che si è “voluto proporre strumenti alle autorità pubbliche per autovalutarsi. Quindi saranno predisposti dei questionari di autovalutazione, che saranno compilati dalle autorità pubbliche e inviati alle autorità di informazione finanziaria per predisporre un piano di azione, nel caso ci fossero delle carenze per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Negli anni passati la Santa Sede ha deciso di adottare delle convenzioni internazionali e quindi ci si adegua a dei parametri internazionali per la trasparenza e il controllo. Ovviamente sempre nel rispetto della peculiarità della Santa Sede e dello stato della Città del Vaticano, non dimenticando che fonte primaria del nostro ordinamento è il diritto canonico”, ha detto Titomanlio a quanto riportato da Vatican News. Fondamentale è l’apporto dato dalla Gendarmeria vaticana. Fabio Vignali, responsabile della sezione di Polizia Economica-Finanziaria ha affermato che “i fenomeni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo presentano delle caratteristiche per le quali sono molto difficili da elaborare, trovare le prove, e rintracciare i colpevoli. Quindi questo ci ha posto in una condizione di nuova sfida. Però devo dire che la normativa che attualmente è in piedi ci dà strumenti ulteriori rispetto al passato e più incisivi”.

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