Falco (Corecom Campania): “Ai giovani va insegnato a combattere il cyberbullismo, non a subirlo”
D’Amelio: “Il fenomeno può indebolire la crescita delle nuove generazioni”
Don Vincenzo Marfisa: “Educare all’uso dei social è necessario per renderli una risorsa e non un problema”
@scuolasenzabulli a campo estivo “Aperto per ferie”, Oratorio “Con Paolo di città in città” di Giugliano in Campania
GIUGLIANO IN CAMPANIA (NA) – “Insegniamo ai giovani come combattere i fenomeni di bullismo e cyberbullismo offrendo loro tutti gli strumenti utili a riconoscerli e poi indicando come comportarsi con i ‘bulli da tastiera’. Non bisogna isolarsi e restare passivi. I ragazzi devono sapere di poter contare su una rete sociale fatta di famiglia, insegnanti, parroci, amici, istituzioni, forze dell’ordine, grazie alla quale è possibile, anzi doveroso, denunciare. Al tempo stesso abbiamo da tempo avviato una proficua collaborazione con esperti di queste materie per offrire i necessari aiuti psicologici ai soggetti violenti che, spesso, sono altrettanto vittime di dinamiche sociali complesse. Con la campagna di sensibilizzazione @scuolasenzabulli il Corecom non intende lasciare indietro nessuno”. Lo ha detto Domenico Falco, presidente del Comitato Regionale delle Comunicazioni della Campania, a margine del webinar che ha visto protagonisti gli ospiti del campo estivo “Aperto per ferie”, Oratorio “Con Paolo di città in città” di Giugliano in Campania, coordinati da don Vincenzo Garofalo.
“Oggi abbiamo gettato un seme nella nostra giovane comunità nella consapevolezza di dover fare qualcosa nei confronti di un problema così importante”, ha sottolineato don Vincenzo Marfisa, parroco del “Sacro Cuore di Gesù di Giugliano in Campania” promotore del ‘summer camp’ post covid-19.
“Bisogna istruire i ragazzi e le loro famiglie perché siano loro stessi sentinelle di legalità contro i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Le nuove tecnologie – ha aggiunto Marfisa – sono un po’ come il cavallo di troia attraverso il quale ci si introduce nella vita privata di ciascuno di noi. Ma c’è aspetto positivo: l’assistenza della Polizia postale e delle forze dell’ordine presenti sul territorio che stanno dimostrando grande tempestività senza che nessuno si senta solo. Educare all’uso dei social è necessario per renderli una risorsa e non un problema”.
Anche la presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosa D’Amelio, ha evidenziato la determinazione con la quale il l’assemblea sta portando avanti la battaglia: “Non intendiamo abbassare la guardia su bullismo e cyberbullismo che insistentemente riaffiorano nelle nostre comunità. Si tratta di fenomeni che possono indebolire la crescita delle future generazioni e per questo devono essere eliminati radicalmente. Investiamo nel capitale umano della Regione Campania e lo tuteliamo da qualunque forma di aggressione, esterna o interna che sia. Insieme ce la faremo di sicuro”.
Un ammonimento ai ragazzi è stato portato dall’avvocato penalista Valentina Varano che ha rimarcato come “dal 2017 chiunque utilizzi immagini altrui per offendere, insultare o commettere qualunque forma di violenza fisica o morale commette un vero e proprio reato. Risponderà di questo di fronte a un giudice che potrà disporre anche limitazioni della libertà personale”.
Un suggerimento arriva dalla psicologa e psicoterapeuta Giovanna D’Apolito che ha fatto appello allo spirito di gruppo che può anestetizzare e respingere i comportamenti del bullo: “Non bisogna tacere o girarsi dall’altra parte, perché così facendo si aiuta chi commette violenza. Il bullismo nasce come fenomeno di gruppo e lo stesso gruppo è capace di spegnerlo”.
L’iniziativa è stata realizzata con il contributo di Ivana Nasti, direttore del servizio ispettivo dell’Autorità per le Comunicazioni, e di Lucio Marcello Falconio, presidente del Rotary Club Napoli Angioino.