Art. 18. Camusso incalza il Governo: “Proposte non ci convincono”

Nessuna intesa con il Governo sull’art. 18. E’ gelida Susanna Camusso:  “Vedremo quali proposte saranno fatte. Quelle sentite fino ad ora dal Governo non ci convincono e non vanno bene”, afferma il il segretario generale della Cgil,  nel corso di un’iniziativa sindacale a Firenze. “Per noi – sottolinea Camusso – l’articolo 18 è una tutela generale. Ha una funzione di deterrenza rispetto all’arbitrio dei licenziamenti. Quindi la discussione deve partire dal salvaguardare questo principio. Abbiamo enumerato quali sono le cose necessarie per arrivare ad un accordo – ribadisce il leader della Cgil-. Manutenzione dell’articolo 18 può voler dire tante cose. Se uno ha davanti una macchina, manutenzione po’  anche voler dire cambiare il motore. Oppure – ha concluso Camusso- può  essere metterci l’olio”.

“Non ho notizie se non quelle giornalistiche su cosa  dirà il Governo al tavolo, martedi”, ha detto Susanna Camusso,
“Martedi – ribadisce  il segretario della Cgil- ci aspettiamo delle risposte”.

 

Giustizia e lavoro, intesa al Governo. E’ durato tre ore il vertice che ieri a Palazzo Chigi, ha permesso di risolvere le i temi caldi di giustizia e lavoro. Ancora irrisolto invece, il nodo della Rai. Complici le opinioni discordanti di Alfano e Bersani, Monti si è riservato su tale questione, decidendo di  rinviarne la “soluzione”, “per evitare forzature che avrebbero rischiato di spaccare la maggioranza che lo sostiene”.

Decisione che non mette d’accordo i partiti. Per il Pdl c’è da affrontare oltre al tema della Rai, anche  il nodo dell’asta sulle frequenze tv. Il Pd, invce, preme per una riforma della governante, senza la quale non è possibile un rinnovo dei vertici.

Dunque nonostante quello del via libera al rinnovo della  Rai, fosse un obiettivo determinante per Monti, il premier si è dovuto rassegnare ad un nulla di fatto. Tuttavia il professore ha presentato ai partiti altre questioni importanti come la questione della riforma della legge Gasparri,  per la quale ha proposto di concordare un’intesa sull’avvio del percorso che porterà alla riforma della governance dell’azienda di viale Mazzini. Fermi sulle proprie posizioni, Alfano e Bersani. Diplomatico, invece, Casini.

Il governo avrebbe dunque prospettato ai leader un rinnovo integrale del Cda, comprensivo della sostituzione del direttore generale compreso (su questo punto si è trovato in disaccordo con Alfano, favorevole invece a una conferma di Lorenza Lei), con figure di alto profilo, a partire dal presidente. Tra i candidati all’all’ambito incarico di direttore generale, figurano Rocco Sabelli, ex Banca Intesa e alla guida della newco di Alitalia, o in alternativa Francesco Caio, ex amministratore di Omnitel, entrambi molto stimati da Monti, o Claudio Cappon, che ha già ricoperto l’incarico, nome che sarebbe gradito al ministro Corrado Passera.

Il Pd, ha invece insistito su una modifica della legge Gasparri. “I tempi ci sono”, ha insistito Pier Luigi Bersani, che ha chiesto a Monti un intervento concreto. Un Pd che inoltre resta del tutto contrario  ad accettare un rinnovo dell’attuale Cda in scadenza il 28 marzo.
Ed infatti, Bersani ha ribadito più volte che  non parteciperà alle nomine del nuovo consiglio d’amministrazione che per legge spettano al parlamento. Inoltre il Pd ha ribadito in diverse occasioni la necessità di archiviare definitivamente il beauty contest e assegnare le frequenze televisive con un’ asta. Punto questo di accesa divergenza con il Pdl.

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