Clonney manifesta per il Sudan: arrestato e poi rilasciato

L’attore americano George Clonney è stato rilasciato dopo essere stato arrestato nel corso di una manifestazione a Washington davanti all’ambasciata del Sudan. La star americana era stata fermata, nel primo pomeriggio, dalla polizia di Washington. Clonney non era l’unico volto noto a manifestare sotto l’ambasciata sudanese. Con lui c’erano anche suo padre Nick, il presidente del NAACP, Ben Jealous, Martin Luther King III e alcuni membri del Congresso tra i quali il democratico Jim Moran e il repubblicano Frank Wolf, da poco entrambi di ritorno dal Sudan. Qui alcuni rifugiati li avrebbero messi al corrente della situazione preoccupante di un Paese dove, il presidente al-Bashir starebbe avallando una campagna di pulizia etnica, giustificando omicidi di massa e violenze. Mercoledì l’attore aveva parlato di fronte al Congresso di una “campagna di morte” in corso nel Paese africano.

George Clooney  aveva incontrato il presidente degli Stati Uniti ed il segretario di Stato Clinton  per poi lanciare l’allarme di fronte al Congresso americano sulla crisi umanitaria in corso nella zona di confine tra Sudan e Sud Sudan. L’attore, appena tornato da un viaggio nella regione, ha parlato di fronte alla commissione esteri del Senato per riferire della grave situazione causata dal conflitto tra i due Paesi.

La star del cinema mondiale ha raccontato di aver attraversato il confine fra Sudan e Sud Sudan verso le montagne del Nuba, dove si sta rifugiando la popolazione locale per difendersi dai bombardamenti aerei da parte del Sudan. L’attore ha raccontato di aver visto villaggi bruciati e gli abitanti che cercavano di nascondersi nella grotte. Lui stesso ha rischiato la vita durante un attacco con razzi e ha visto la mano di un bambino di nove anni saltare in aria. “Siamo di fronte ad un vero disastro”, ha raccontato alla stampa dopo l’audizione in Congresso. “Il governo del Sudan sta commettendo crimini di guerra”.

Clooney, dopo l’incontro con Obama, ha riferito che il presidente degli Stati Uniti farà pressioni sul presidente cinese Hu Jintao per evitare un “disastro umanitario nel Sudan”, in occasione del loro prossimo incontro a Seul in Corea del sud alla fine del mese.

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