“Emergono ipotesi di corruzione, ma sottolineo con forza che la corruzione nella nostra Regione non è per nulla un sistema”. Se esponenti politici hanno preso mazzette o hanno abusato della loro carica politico istituzionale per violare la legge lo hanno fatto a titolo personale. Un sistema Pirellone a Milano non esisterebbe. E’ questa la tesi del presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, costretto a scendere in campo dopo i casi di corruzione che hanno investito la sua regione, per difendere la sua azione politica. “Come potrebbe esserlo in un’istituzione che è riconosciuta come la più efficiente, con bilanci in perfetto ordine anche in tempi di crisi, servizi sanitari e assistenziali di eccellenza, massici investimenti in ricerca e innovazione?”, si chiede il numero uno del Pirellone. “La corruzione –è la tesi difensiva di Formigoni- da noi non è per nulla un sistema, ma vogliamo combattere ogni sua manifestazione e lo stiamo facendo. In questi anni, da presidente ho lavorato per rendere i processi decisionali e i meccanismi di controllo il più possibile impermeabili a ogni fenomeno corruttivo”. “Ho allo studio ulteriori iniziative e sono aperto, come sempre, a ulteriori suggerimenti o proposte da qualunque parte provengano. Apriamo un pubblico dibattito. La corruzione è un nemico comune e purtroppo è presente non solo nella politica, ma nella finanza, nell’economia e in molti campi dell’attività umana e certamente non solo in Lombardia. Non si può estirparla per decreto”.
Sul tema della corruzione interviene anche il ministro dell’Interno. “Credo che ci sia una forte presa di coscienza anche dei partiti e della società civile che occorre un cambio di marcia, un segnale importante perche la gente lo vuole con forza e non ne può più. E’ importante mandare messaggi giusti, concreti, seri ed equilibrati”. Il governo dei professori, fa capire la Cancellieri, vorrebbe mettere mano anche a questo problema che non è assolutamente scomparso dopo la stagione di Mani Pulite. “Stiamo facendo un discorso con il ministro della funzione pubblica che prevederà aspetti preventivi non solo per pubblici ufficiali e dipendenti dello Stato. Vogliamo aprire dei discorsi con l’Anci e con tutti gli organismi elettivi per poterli mettere nella filiera dei controlli. Ci stiamo lavorando perché questa è un’attività preventiva interessante”, spiega il ministro. “Oggi l’unica cosa che conosciamo e la repressione, quando arriva il magistrato . L’amministrazione -conclude la Cancellieri- deve essere in grado di controllare preventivamente al suo interno, è un’attività fondamentale”.