“Sono sereno che sull’art.18 si vorrà ragionare altrimenti chiudiamo il Parlamento e così i mercati si rassicurano”. Pier Luigi Bersani, incontrando i lavoratori di Fincantieri a margine dell’assemblea degli amministratori del Pd, torna a chiedere modifiche in Parlamento sui licenziamenti per motivi economici. “Molte cose di questa riforma del lavoro le appoggiamo, altre no. Ma sia chiaro che quando si arriverà al dunque il Partito Democratico starà dalla parte dei lavoratori”, ha ribadito ‘minaccioso’ Bersani. E Massimo D’Alema, in una intervista a Sky Tg24, ribadisce al premier che l’art. 18 “è una norma pasticciata non serve a nulla, non credo dia nulla all’economia italiana, va corretta e noi la correggeremo”. Il presidente del Copasir si dice convinto che il Parlamento la correggerà perché “lo stesso presidente del Consiglio è consapevole che, così com’è, si presta ad abusi”.
Se il Pd promette di alzare le barricate, costretto anche dalla dura opposizione della Cgil, da Fli, alleato di Bersani nella grande coalizione, arriva un invito ad andare avanti e a porre la questione di fiducia. “Sulla riforma del mercato del lavoro è giunta l’ora del coraggio. Monti dimostri coraggio andando fino in fondo senza farsi condizionare o intimidire, chieda al Parlamento la procedura d’urgenza e ponga la questione di fiducia, mai necessaria come in questo caso”. E’ la richiesta al presidente del consiglio del vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. Che aggiunge. “Poi vedremo chi ci sta e chi non ci sta, chi è riformista e chi è gattopardista. Dimostri coraggio anche Bersani, correggendo il tiro senza farsi condizionare dalla sinistra massimalista e dalla Fiom”.
Toni più pacati quelli del presidente del Senato, Renato Schifani, che da Milano chiede ai partiti che sostengono il governo “per impegnarsi affinché il Parlamento sia messo in condizione di arrivare a un esito definitivo prima dell’estate”. Quella del lavoro, continua il numero uno di palazzo Madama, “è una riforma importante per la quale sta lavorando direttamente il premier e il ministro del Lavoro, che si sta molto impegnando. Confido anche che il Parlamento possa contribuire a trovare elementi di sintesi ma tutto si faccia entro tempi ragionevoli perché ci osservano i mercati, l’Europa”.