“Sul mercato del lavoro servono norme efficaci e da applicare con immediatezza. L’Italia, sia con il governo Berlusconi che con il governo Monti, si è impegnata con l’Unione europea a varare una serie di misure: pareggio di bilancio, risanamento dei conti pubblici, apertura dei mercati alla concorrenza, riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Ora siamo di fronte ad una prova decisiva. Usare strumenti parlamentari che darebbero luogo ad un confronto interminabile tradirebbe gli impegni presi dall’Italia con l’Europa. È giusto confrontarsi con le forze imprenditoriali e sindacali ed è doveroso che il Parlamento approfondisca ogni decisione e si riservi l’ultima parola. Ma non vorremmo che prevalesse il potere di ricatto di alcuni”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.
“Siamo una Repubblica democratica parlamentare, non siamo una provincia della Cgil. Peraltro il Pdl, nel confermare il proprio convinto sostegno a riforme di modernizzazione del mercato del lavoro per favorire le assunzioni non certo i licenziamenti facili, si riserva di dire la sua su alcuni capitoli”. “Non vorremmo che si registrasse un arretramento ed una fuga sull’articolo 18 ed un irrigidimento delle norme sulla flessibilità che tanti posti di lavoro hanno creato”, continua il presidente dei senatori del Pdl. “Abbiamo ascoltato perplessità di molte piccole e medie imprese dell’industria, del terziario, del commercio e dell’agricoltura. Su questi argomenti ci riserviamo di dire la nostra, convinti che l’Italia debba rispettare gli impegni presi in Europa e debba farlo in primo luogo perché serve a creare lavoro nel nostro Paese. Soluzioni pasticciate e incerte – conclude Gasparri – ci vedrebbero fortemente critici”.