Una buona riforma del mercato del lavoro che garantisce i lavoratori e sprona gli imprenditori ad investire in Italia. Ma “c’è rammarico da parte mia perché la riforma del lavoro non è stata pienamente condivisa, ma è una buona riforma con valori simbolici a lungo preservati, difesi a lungo”. Il giorno dopo il semaforo verde del governo al Ddl sulla riforma del mercato del lavaro, il ministro del Welfare dal Forum Confcommercio Ambrosetti di Cernobbio cerca di spiegare il ‘senso’ della riforma voluta dal governo dei professori.
“Questa riforma rappresenta un punto di equilibrio rispetto a molte tensioni, punti di vista diversi e diverse prospettive e anche diversi interessi. Quindi una riforma, che vede i lavoratori e i datori di lavoro, le famiglie e le imprese, la società tutta, il Governo centrale, ma anche le autorità locali sono coinvolte pesantemente, non poteva non generare contrasti, passioni e antagonismi, ma anche concordia. E noi questa concordia l’abbiamo ricercata senza mai esasperare i toni
Accompagnare il cambiamento del mondo. “Il mondo cambia” e il mandato del governo è “aiutare l’Italia a fare questo cambiamento”, dice il ministro Fornero al Forum di Confcommercio. Quella del mercato del lavoro, ha sostenuto, è una “buona riforma”. “Ci sono dei valori simbolici che vengono difesi, eretti quasi a principi assoluti”, ha affermato, riferendosi indirettamente all’articolo 18. “E’ difficile fare il passo del cambiamento, ma il mondo cambia e il mandato di questo governo è aiutare l’Italia a fare questo cambiamento”, ribatte con forza la responsabile del Welfare
Art. 18. Le modifiche non travolgono e calpestano diritti. “Non può e non ha senso abolire l’articolo 18”. Una parte va rafforzata, secondo il ministro, cioè quella sui licenziamenti discriminatori e “questo c’è”. Nel caso invece di licenziamenti per motivazioni economiche conferma ciò che non piace al Pd e soprattutto alla Cgil: “non ci sarà il reintegro, ma un indennizzo relativamente alto”. Il governo, spiega il ministro, non vuole creare tensioni sociali sul nuovo articolo 18, perché non sono stati calpestati diritti. La modifica, ha detto la Fornero, “non ci sembra sia un cambiamento che travolge i diritti, che calpesta i diritti. Non è un motivo per creare gravi tensioni sociali”.
“Oggi è particolarmente difficile licenziare. Nessuno può licenziare una persona – ribatte il ministro – per motivi discriminatori e cancellare l’articolo 18 non ha senso”. La revisione dell’articolo 18 interviene quando “ci sono ragioni oggettive, aggiustamenti nel piccolo della manodopera perché partiamo dal presupposto che non tutti gli imprenditori sono cattivi”. “Quando c’è esigenza di aggiustamento di manodopera ci sarà un indennizzo relativamente alto”, ha aggiunto il ministro.
“Vorrei che gli imprenditori dicessero: ‘In Italia si può investire, non è più un Paese che erige cittadelle, è un Paese nel quale si può competere e scommettere nel riconoscimento del merito”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al Forum della Confcommercio a Cernobbio, illustrando la riforma del lavoro.
Il nuovo sistema di ammortizzatori sociali “nelle nostre intenzioni parte da subito”’. “Nel 2013 dovremmo avere l’Aspi e mini Aspi. E’ un buon cambiamento”, assicura la Fornero da Cernobbio.
Il governo non ha deciso di intraprendere la strada del contratto unico “perché ci sono flessibilità buone da preservare”.